L’obesità nelle sue forme gravi può essere trattata con la chirurgia bariatrica. L’evoluzione delle tecniche in sala operatoria permette ora di operare senza lasciare cicatrici visibili. Questo è possibile grazie alla innovativa Sils (Single Incision Laparoscopic Surgery) ovvero chirurgia laparoscopica con una singola incisione, nata già nel 2008 presso il Policlinico A. Gemelli di Roma. Ce ne spiega i dettagli il Dott. Roberto Tacchino Responsabile dell’Ambulatorio di Chirurgia dell’Obesità presso il medesimo nosocomio.
“Si tratta di una tecnica già usata da tempo per altri tipi di interventi chirurgici, come la prostatectomia, la colecistectomia, l’asportazione della milza, di un’ernia, o per interventi di oncologia colon-rettale; noi l’abbiamo applicata alla chirurgia dell’obesità. Con la Sils, anziché fare i soliti 4-8 fori sull’addome per far passare le varie strumentazioni ne basta uno. Viene effettuato nel “fondo” dell’ombelico ed è di circa 20 millimetri.
Per questo dopo l’intervento non rimane traccia di cicatrici: per la misura del foro, ma soprattutto per il luogo in cui l’incisione viene praticata. Questo permette un passaggio importante. Il paziente nel tempo mantiene la sua privacy: una volta dimagrito nessuno potrà sospettare un intervento chirurgico pregresso all’addome, meno che mai di chirurgia per l’obesità”.
Sia ben chiaro, non stiamo parlando di chirurgia estetica, ma di interventi salvavita, che in casi particolari in cui non si riesce a dimagrire tramite le tradizionali diete abbinate all’attività sportiva, diventano necessari. Si può arrivare a perdere anche 50 chili nell’arco di un anno, dunque si parla esclusivamente di obesità grave. I tipi di intervento di chirurgia bariatrica per dimagrire sono di diverso tipo: il Bendaggio Gastrico, il By Pass, il Palloncino intragastrico, ecc. Ma la Sils è valida per tutte queste tipologie di intervento? E quali sono effettivamente le differenze con le tecniche tradizionali?
“Partiamo da un presupposto: ogni intervento che si può fare con una grande incisione e che richiede l’azione delle mani direttamente all’interno dell’addome, possiamo considerarla fattibile anche in laparoscopia tradizionale, ovvero con una serie di piccole incisioni attraverso cui far passare la strumentazione, e dunque anche attraverso una sola come nel caso della tecnica in questione.
Le indicazioni e le controindicazioni, così come pure il follow-up sono sempre gli stessi. E’ ovvio che meno è invasivo l’intervento e minori sono i rischi, ma soprattutto ci guadagna il paziente in termini di post-operatorio.
E’ sicuramente più breve. Nel caso della chirurgia per l’obesità attraverso la Sils, non solo la ferita è minima, ma è anche meno dolorosa: l’ombelico è infatti una zona poco sensibile, mancano muscoli, ecc” .
Al Policlinico Gemelli il Dott. Tacchino ed i suoi colleghi hanno sviluppato, unici in Italia a praticarla, questa innovativa applicazione della laparoscopia. E’ stato appena pubblicato uno studio sulla rivista “Obesity Surgery”, riguardanti i risultati dei primi 16 interventi realizzati al riguardo già nel 2008. Da quelli, la metodica si è ulteriormente raffinata e perfezionata e si spera possa diffondersi nel resto d’Italia. Basti pensare che solo dall’inizio del 2010 sono state operate ben 100 persone con la Sils.
“Essendo una nuova tecnica, non è per tutti i pazienti, e neppure per tutti i chirurghi. Occorrono corsi di formazione ed esperienza da accumulare nel tempo con ulteriori studi. Sono certo che nel futuro della chirurgia dell’obesità avrà un suo spazio. Bisogna attendere per vedere quanto e quale”.
E’ facile pensare come tutto ciò passi anche dall’innovazione tecnologica. Oggi, la telecamera standard che viene utilizzata in laparoscopia ha una misura di circa 5 mm in media, ma ve ne sono anche di più piccole. Per questo, attraverso un’unica incisione è possibile osservare, tagliare, inserire, asportare, mettere punti, insomma operare! La particolarità maggiore della Sils? Ce la dice in conclusione il Dott. Tacchino, con un sorriso:
“La laparoscopia è di per se una tecnica operatoria innovativa, moderna, eppure confrontandola con la Sils, parliamo di “tradizionale”, come se fosse ormai una cosa passata!”
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