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Cure palliative: meglio in hospice che a casa


Per il trattamento dei malati terminali è meglio una struttura specializzata o la fornitura di cure palliative a domicilio? Qual è il livello di gradimento dei pazienti e degli addetti? Quale delle due opzioni garantisce una migliore qualità della vita al paziente terminale? Per cercare di rispondere a queste domande, Camilla Zimmermann, ricercatrice presso il dipartimento di oncologia psicosociale e cure palliative del Princess Margaret Hospital di Toronto, in Canada, ha realizzato un sunto sistematico dei quasi 400 studi randomizzati, controllati e pubblicati sull’argomento.

La fotografia che ne emerge, stando alle conclusioni dell’autrice, non consente di esaurire l’argomento, perché molti dei trial condotti finora non sono omogenei dal punto di vista metodologico e non tutti affrontano in modo adeguato il problema della valutazione dell’efficacia. Non è un caso che nei Paesi industrializzati i servizi di cure palliativo siano letteralmente proliferati negli ultimi anni: se inizialmente si trattava di strutture quasi unicamente dedicate alla patologia tumorale, oggi le stesse sono in grado di offrire servizi e cure integrate per la stragrande maggioranza delle malattie terminali.


Soltanto uno dei sette studi che affrontano l’aspetto economico riscontra una significativa riduzione dei costi da parte degli hospice. Sono stati rilevati problemi metodologici in praticamente tutti i trial. Conclude il team di ricerca:

Sebbene l’accesso a programmi di cure palliative specializzate sia andato incontro a una rapida crescita in tutto il mondo occidentale, condurre un’analisi di tali programmi appare ancora oggi come una vera sfida. Gli studi pubblicati infatti non forniscono prove definitive e si rende necessario realizzare trial pianificati attentamente, basati su cure palliativo- standardizzate e metodi di rilevazione elaborati specificamente per questo genere di interventi.