Sappiamo ormai da tempo quanto la prevenzione e la diagnosi tempestiva siano fondamentali per sconfiggere ed arginare le conseguenze di numerose patologie. Ecco perché si fa un gran parlare di fattori di rischio per l’una o l’altra malattia. Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata su variazioni genetiche, valori, e segnali spia in grado di dirci, anche con molto anticipo, quante probabilità abbiamo di subire un infarto piuttosto che un ictus o di ammalarci di malattie neurodegenerative, come il Parkinson o l’Alzheimer.
Ed oggi su Medicinalive vogliamo parlare proprio di un test capace di prevedere il rischio di incidenza di big killer come le malattie cardiache, e del diabete, epidemia del nuovo millennio in continua e rapida espansione nelle società occidentali.
Con un semplice esame del sangue, che verrebbe a costare non più di tre euro (due sterline) i ricercatori del King’s College di Londra promettono di prevedere e dunque prevenire l’insorgenza di disturbi cardiaci e diabete.
Un test che potrebbe essere disponibile sul mercato entro 5 anni e che per ora è stato presentato al Festival della Scienza di Birmingham in corso in questi giorni.
Manual Mayr, uno dei ricercatori che ha contribuito alla realizzazione del test, ha spiegato come le malattie cardiovascolari, pur essendo uno dei più grandi assassini in Europa, sono spesso sottostimate: le persone temono molto di più i tumori, malgrado il rischio sia altrettanto fatale.
Ma veniamo al test. Come funziona? In pratica, si va a misurare il livello di Mir-126 nel sangue: si tratta di un piccolo filamento di materiale genetico, indicatore dello stato di salute delle nostre arterie. Se i vasi sanguigni sono danneggiati, i livelli di Mir-126 colano a picco, tanto che uomini e donne con valori troppo bassi hanno il doppio delle probabilità di essere colpiti da disturbi cardiaci nei dieci anni successivi.
Ma non finisce qui, abbiamo parlato anche di previsione e prevenzione del diabete, ed infatti il Mir-126, a livelli bassi, è associato anche al diabete di tipo 2, quello connesso all’obesità e che si sviluppa soprattutto nella mezza età.
Se il pre-diabete è preso in tempo, la patologia, dettaglio non da poco, può essere stroncata sul nascere.
Già nel 2015, come anticipavamo, questa tecnica di diagnosi precoce dei fattori di rischio dovrebbe essere affinata, salvando migliaia di vite e risolvendo una controversia da non sottovalutare: oggi molte persone a rischio, perché obese, con livelli alti di colesterolo, fumatori, possono anche non subire alcun tipo di problema per anni, mentre pazienti apparentemente sani, con uno stile di vita impeccabile, venire colti all’improvviso da infarto o ammalarsi di diabete. Con questo strumento, finalmente, si potrà determinare con più esattezza quante probabilità abbiamo di ammalarci ed intervenire con una dieta e con farmaci mirati per scongiurare il rischio. Niente male, no?
[Fonte: Agi Salute]