Sono 17 le persone poste in isolamento per essere entrate in contatto con l’infermiere malato di ebola attualmente ricoverato presso lo Spallanzani di Roma, il Centro di riferimento nazionale per la malattia.
Nonostante l’auto-isolamento al quale l’infermiere si è sottoposto appena ha incominciato a sentirsi poco bene ed ancor prima del manifestarsi dei sintomi dell’ebola, si è reso necessario favorire uno stato di auto-confinamento precauzionale di coloro che sono entrati in contatto per lui al fine di verificare che non abbiano contratto il virus. Tra di loro le due sorelle e la madre del volontario di Emergency e medici, infermieri e tecnici di laboratorio che hanno avuto a che fare con l’uomo quando è stato ricoverato a Sassari più di una settimana fa e non si avevano ancora certezze sulla sua diagnosi. Si tratta ad ogni modo, come sottolinea la Asl della cittadina sarda, di una misura precauzionale data “l’eccezionalità” del caso. Anche se i protocolli relativi al trattamento dei malati affetti da ebola sono stati seguiti alla lettera.
Questo viene specificato per evitare allarmi di sorta, in questo caso inutili e controproducenti. E mentre l’unità di crisi per il virus monitora la situazione a Sassari, pur sottolineando che non vi sono pericoli per la popolazione, un nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute del volontario di Emergency è stato diramato:
Il paziente con Ebola ha avuto un modesto miglioramento delle condizioni cliniche generali, è vigile ed autosufficiente. Non presenta febbre, sono quasi scomparsi i sintomi gastrointestinali, mentre persistono modesti sintomi respiratori. Continua il trattamento antivirale, la nutrizione parenterale e la terapia reidratante per via orale ed endovenosa. La prognosi resta riservata.
Bollettini che ricordano quelli del paziente zero italiano colpito da ebola qualche mese fa. L’uomo è tenuto sotto stretto controllo da personale sanitario preparato pronto a curarlo con il meglio che la medicina attuale possa offrire in queste condizioni.
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