Sono complicate, isolate, ma soprattutto poco remunerative le malattie rare, quelle malattie cioè che colpiscono meno di una persona su 2.000. Esse sono delle grandi sfortune per i milioni di pazienti di tutto il mondo che ne vengono colpiti, ma una gran seccatura per le case farmaceutiche, che nonostante abbiano la possibilità di mettere in commercio i medicinali per combatterle, preferiscono far finta di niente perché sanno che, essendo in pochi ad acquistarle, non ne ricaveranno grosse somme.
Per fermare questo scandalo, e dare un’inversione di tendenza, è intervenuta oggi l’Unione Europea, che con un comunicato ha dichiarato che sosterrà la commercializzazione dei farmaci per le malattie rare tramite finanziamenti comunitari. Saranno anche poche le persone che si ammalano, ma se queste vengono sommate a tutti i casi all’interno del Continente, ci rendiamo conto che forse tanto rare non sono.
E’ importante discernere tra difficoltà di commercializzazione e difficoltà di creazione dei farmaci. Infatti, rare o no, la scienza trova (quasi) sempre il rimedio ad una malattia. Il passaggio complicato non è tanto formare un farmaco, ma farlo arrivare nelle farmacie. Secondo una ricerca della commissione Europea infatti, negli ultimi 10 anni sono stati 900 i farmaci studiati per le malattie rare, ma di essi soltanto 50 sono stati effettivamente messi in commercio. Gli sforzi, annunciati da Nick Fahy, uno dei redattori del documento della Commissione destinato agli organi di Governo europeo, non si fermeranno soltanto al sostenimento dell’immissione dei farmaci sul mercato.
Infatti, per combattere efficientemente questi malanni, è molto importante la collaborazione tra i diversi scienziati di tutto il Pianeta, compresi anche i Paesi del Terzo Mondo che spesso hanno più bisogno degli altri. Così sarà redatta anche una “carta mondiale” che preveda la collaborazione degli scienziati, istituzioni ed associazioni dei malati, per cercare di dare un’accelerata allo sviluppo di nuove terapie. La carta, di cui si discuterà domani in un summit con 140 rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo, sarà approvata entro un anno, assicurano dalla rappresentanza italiana del Centro Nazionale Malattie Rare, e prevederà anche dei corsi di formazione per quegli scienziati che sono rimasti indietro nello studio di determinate malattie, insieme alle modalità di sostegno alle popolazioni più bisognose che non possono permettersi nemmeno i farmaci più comuni.
[Fonte: Ansa]