La cosiddetta “dieta dell’astronauta” caratterizzata da alimenti liquidi e priva di scorie e fibre sta assumendo un posto di rilievo nel trattamento del morbo di Crohn, accanto alla terapia farmacologica con gli immunosoppressori e ai regimi alimentari tradizionalmente consigliati in questi casi.
Ad affermarlo Giorgio Zoli, direttore di Medicina interna al centro per la diagnosi e cura delle malattie dell’intestino dell’ospedale di Cento (Fe) e coordinatore scientifico del Congresso sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino tenutosi il 26 e 27 Giugno scorsi a Pieve di Cento in provincia di Bologna.
Il morbo di Crohn è una malattia cronica che colpisce l’apparato digerente di giovani adulti e fra i cui sintomi vi sono dolori simili a crampi, diarrea, calo di peso e febbre. Difficilmente va incontro ad una remissione spontanea e spesso l’unica cura relamente risolutiva è rappresentata dall’intervento chirurgico.