La chemioterapia rappresenta la principale terapia da mettere in atto in caso del manifestarsi di patologie tumorali. Ma si stima che almeno il 40% dei malati non riceva la chemioterapia adatta alla propria malattia. Si tratta di un problema dettato dalla “generalizzazione” della patologia e della sua cura. Uno dei motivi per i quali sempre di più i medici insistono per una cura personalizzata. Ora grazie alla FDG-PET-CTG, metodo diagnostico che utilizza del glucosio, si potrebbe arrivare con facilità alla sostanza giusta da utilizzare.
Il punto sulla questione viene fatto dall’Associazione europea di medicina nucleare, che spiega come saranno proprio le nuove tecniche di diagnosi nucleare e di imaging a migliorare la situazione attraverso una previsione più accurata dell’effetto delle terapia sui pazienti. Spiega il dott. Arturo Chiti, dell’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) e membro del Comitato esecutivo dell’Eanm:
Attualmente la maggiore parte dei farmaci antitumorali è efficace solo in sottogruppi di pazienti. Tuttavia, l’applicazione di metodi diagnostici di medicina nucleare, quali la Fdg Pet-Ct, può consentire di prescrivere terapie specifiche maggiormente adatte al singolo paziente e al tipo di tumore.
Questo esame consiste in una tecnica di imaging che utilizza il Fdg, o fluorodesossiglucosio come tracciante per l’esame. Esso è in grado di rendere visibile il tumore sul monitor ma anche di far vedere come le cellule cancerose reagiscono ai trattamenti sottoposti. Si pensa di utilizzarlo in particolare per le donne affette da tumore al seno: Continua il ricercatore:
Sebbene la chemioterapia abbia successo in molti casi, dobbiamo riconoscere che nel complesso solo la metà delle pazienti affette da carcinoma mammario riesce a beneficiarne, mentre le altre rispondono con una resistenza al farmaco, congenita o acquisita. La Fdg Pet-Ct può essere utile per ridurre questo tasso di errore in quanto la visibilità delle cellule tumorali che assorbono l’Fdg può essere applicato anche ai farmaci.
Aiutando a selezionare quello più efficace. Non solo per il cancro al seno, ma anche per tutti gli altri carcinomi.
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Fonte: Corriere della Sera