Nel nostro polso c’è un canale, detto tunnel carpale, attraverso il quale passano i tendini flessori delle dita e il nervo mediano, che va ad innervare la faccia palmare del 1°, 2° e 3° dito della mano e metà del 4°. Questo canale, il cui pavimento è costituito dalle ossa del carpo e il tetto dal legamento trasverso, è poco espansibile. Succede così che, quando vi è una tendinite o un processo occupante spazio (per esempio, una cisti), le strutture all’interno del tunnel si rigonfiano provocando una compressione del nervo mediano.
Tale compressione si manifesta con un formicolio delle dita innervate, cioè pollice, indice, medio e metà dell’anulare, a volte con dolore, in alcuni casi irradiato all’avambraccio (specie se il problema persiste da tanto). E’ più frequente nelle donne, soprattutto fra i 40 e i 60 anni. I pazienti si lamentano di accusare formicolio soprattutto alle prime ore del mattino, quando il fastidio li sveglia e sentono il bisogno di muovere la mano perché hanno una sensazione di “sangue che non arriva alle dita“.
La patologia spesso si cronicizza, così che il paziente (a volte solo dopo alcuni anni) si reca dal medico. I soggetti più a rischio di tale patologia sono quelli che sottopongono il polso ad un movimento ripetuto, come per esempio le sarte, gli scrittori o coloro che usano molto il computer. Una categoria a rischio è quella delle donne in stato di gravidanza. Infatti, la gravidanza è una condizione in cui vi è un’inibizione dei tessuti. Di solito, in queste donne, la sindrome del tunnel carpale è temporanea, e si presenta negli ultimi mesi della gravidanza.
Nel 90% dei casi la visita dell’ortopedico è sufficiente per fare la diagnosi, anche se, spesso, viene richiesta una elettromiografia per confermare la diagnosi stessa. Le terapie più efficaci sono la immobilizzazione in tutore per qualche giorno, le infiltrazioni di cortisone ma, molto spesso, per risolvere il problema, il paziente deve sottoporsi ad intervento chirurgico. Tale intervento consiste nella resezione del legamento trasverso del carpo, che permette al nervo mediano di riprendere a funzionare come prima. Si esegue in anestesia locale, dura pochi minuti e il paziente può tornare a casa quasi subito. Dopo l’intervento, il paziente deve mantenere una fasciatura per circa due settimane, poi rimuovere i punti. Da allora, la mano può essere riutilizzata come prima dell’operazione.