Individuare l’autismo nei primi mesi di vita. Sarebbe possibile grazie ad un nuovo strumento diagnostico capace di analizzare i suoni vocali di bambini molto piccoli. La notizia è di qualche giorno fa, ma desidero segnalarvela egualmente perché può essere un passo importante nella lotta contro l’autismo, in tutte le sue forme.
Vi sto parlando di un argomento a me molto caro, perché in questi anni mi ha permesso di conoscere persone speciali: genitori e ragazzi senza pari, che con coraggio e forza hanno saputo trovare un punto d’incontro, lo spazio per un dialogo.
Bambini autistici sono diventati uomini in grado di comunicare se pure a loro modo. Il loro lavoro è iniziato tanto tempo fa e sicuramente non è finito. Le terapie cognitivo-comportamentali che hanno seguito sono lunghe. Prima si cominciano e maggiori saranno le possibilità di aiutare i bambini a stabilire un contatto.
E’ per questo che la diagnosi precoce è importante. Vi spiego in cosa consiste l’ultima scoperta al riguardo. Alcuni ricercatori dell’Università del Kansas hanno pubblicato sulla rivista scientifica Pnas-Proceedings of National Academy of Sciences, i risultati di alcuni test.
Sono partiti dall’idea che i bimbi affetti da autismo sono caratterizzati da uno sviluppo vocale diverso rispetto ai sani. Hanno così applicato un mini-registratore sui vestiti di 232 bambini dai 10 mesi ai 4 anni di età, per 1500 giorni circa.
Attraverso Lena (Language Enviroment Analysis), un particolare strumento, hanno analizzato più di 3 milioni di tracce ed hanno scoperto che nell’86 % dei bambini autistici i parametri vocali individuati per il confronto sono diversi rispetto a quelli dei bambini non affetti da questa patologia.
Da qui la possibilità di un semplice e poco costoso screening che gli stessi pediatri potrebbero avviare in base al minimo sospetto. Un passo decisivo affinché, una volta individuato il disturbo dello spettro autistico (DSA) possa essere avviato il trattamento terapeutico più appropriato e precoce possibile.
[Fonte: Diregiovani]