L’agorafobia (dal greco αγορά, “piazza“) viene spesso associata, proprio a causa dell’etimologia della parola, con la paura degli spazi aperti.
In realtà si tratta di una situazione di disagio che colpisce gli individui nel momento in cui si trovano lontano dagli ambienti familiari.
In realtà si tratta di una situazione di disagio che colpisce gli individui nel momento in cui si trovano lontano dagli ambienti familiari.
L’ansia si accresce quando non ci sono vie di uscita immediate verso un luogo considerato sicuro, solitamente identificato con la propria abitazione.
Chi ne soffre, solitamente donne di età compresa tra i 20 ed i 32 anni, ha paura di uscire di casa, anche semplicemente per andare a fare la spesa, teme i luoghi pubblici, non riesce a vincere il timore di viaggiare, di prendere l’autobus.
Spesso i soggetti colpiti vivono tra le mura domestiche. In mancanza di una cura effettiva, l’agorafobia può diventare cronica, rappresentando un grave disturbo sia fisico che sociale.
Spesso i soggetti colpiti vivono tra le mura domestiche. In mancanza di una cura effettiva, l’agorafobia può diventare cronica, rappresentando un grave disturbo sia fisico che sociale.
Oggi la realtà virtuale viene in aiuto delle vittime di agorafobia. A sostenerlo Francesco Vincelli, psicologo specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale dell’Universita’ Cattolica Sacro Cuore di Milano.
Lo psicologo milanese si è servito di uno speciale software per curare i disturbi dell’agorafobia.
Il programma si chiama Vepda (Virtual Environments for panic disorder with agoraphobia) e riesce a simulare quattro ambienti virtuali significativi.
Lo psicologo milanese si è servito di uno speciale software per curare i disturbi dell’agorafobia.
Il programma si chiama Vepda (Virtual Environments for panic disorder with agoraphobia) e riesce a simulare quattro ambienti virtuali significativi.
Vepda è stato testato su 51 agorafobici (36 donne e 15 uomini), sottoposti virtualmente a frequentare luoghi a rischio, come l’ascensore, il supermercato, una piazza gremita di persone.
Con l’aiuto del software dalle 12 sedute necessarie a scongiurare nei pazienti gli attacchi di panico, si è passati a solo 8 sedute, diminuendo drasticamente il tempo della terapia tradizionale.
Una speranza in più, dunque, per chi soffre di questo grave disturbo, per sconfiggere la paura degli spazi non familiari e tornare a vivere serenamente in breve tempo.
Con l’aiuto del software dalle 12 sedute necessarie a scongiurare nei pazienti gli attacchi di panico, si è passati a solo 8 sedute, diminuendo drasticamente il tempo della terapia tradizionale.
Una speranza in più, dunque, per chi soffre di questo grave disturbo, per sconfiggere la paura degli spazi non familiari e tornare a vivere serenamente in breve tempo.
[Fonti: www.wikipedia.org; www.agr.corriere.it]