Immaginiamo il nostro cervello come un computer. Come lui infatti è in grado di elaborare milioni di informazioni senza che noi ce ne accorgiamo, è in grado di produrre dei risultati, e proprio come un computer può avere dei bug, cioè delle falle, come degli errori di programmazione, che portano inevitabilmente ad ammalarsi.
L’incredibile scoperta è stata portata a termine da un team di scienziati quasi tutti italiani, i quali hanno individuato un bug nel cervello in grado di lasciar passare una serie di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. A causare il “danno” è una sorta di staffetta tra cellule immunitarie. Inizialmente i linfociti T producono l’interleuchina 17 (Th-17), la quale a sua volta si lega al recettore Ccr6. Questa operazione apre la strada ad un’altra ondata di cellule Th-17 che entrano nella barriera emato-encefalica.
Ma il bug? La falla del sistema è stata individuata nel plesso corioideo, un gruppo di vasi sanguigni che produce il liquido spinale, considerato fino ad oggi una “porta secondaria” rispetto al portone principale della barriera emato-encefalica. Ed invece è proprio attraverso il plesso corioideo che entrano le cellule “sabotatrici” che successivamente portano alla malattia.
La scoperta è molto importante per la ricerca in quanto permette di individuare una terapia per evitare che nascano alcune malattie. Un’ipotesi, spiegano i ricercatori, è bloccare la prima ondata di cellule, bloccando il recettore Ccr6. Questo in teoria sarebbe già possibile farlo in quanto esistono già anticorpi ed alcune molecole in grado di bloccarlo. Secono la ricerca, bloccando il Ccr6, si blocca la malattia sin dal “portone d’ingresso”, abbattendo ogni possibilità di contrarla. Oltre alla sclerosi multipla, le altre malattie che così saremmo in grado di evitare sarebbero quelle autoimmuni come l’artrite reumatoide e le infiammazioni.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Immunology ed è stata firmata, tra gli altri, dagli italiani Federica Sallusto, Antonio Lanzavecchia, Andrea Reboldi e Antonio Uccelli, finanziati dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.
[Fonte: Ansa]