Vaccini sì o no? La questione da molto tempo scalda l’opinione pubblica: c’è chi sostiene l’importanza di sottoporsi a regolare vaccinazione e chi invece giudica i vaccini estremamente pericolosi perché potrebbero portare a conseguenze irreparabili come l’autismo. Alla fine di giugno il Governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha puntato il dito contro tutti quei medici allarmisti che si rendono protagonisti di campagne antivaccinali che hanno il potere di destabilizzare le persone che, nell’incertezza e impaurite dai rischi paventati, decidono di non sottoporre i figli a regolare vaccinazione.
Ma sull’argomento c’è ancora molta confusione, nonostante la correlazione tra vaccini e autismo sia stata smentita da tutti gli organismi nazionali e internazionali della Sanità. Nichi Vendola, qualche giorno fa in occasione di un comizio a Polignano, è stato pesantemente contestato da una attivista che contestava le affermazioni del Governatore Regionale proprio in merito alla questione dei vaccini e del presunto collegamento con l’insorgenza dell’autismo. Vendola ha ricevuto oggi la solidarietà il presidente del Gruppo in Consiglio regionaledel Pdl-FI, Ignazio Zullo, che ha sottolineato di come sottoporsi a regolare vaccinazione sia una mossa fondamentale per debellare malattie come tetano, disterite, vaiolo ed altre malattie fortemente invalidanti come per esempio la poliomelite.
Ma la questione rimane un tasto dolente e per il momento la guerra tra coloro che promuovono l’importanza del vaccino e coloro che invece portano avanti campagne antivaccinali è sempre più accesa. I rischi del vaccino, secondo gli esponenti del secondo filone, sarebbero così alti da dover indurre i genitori a evitare che i loro figli siano sottoposti anche alle vaccinazioni obbligatorie.
Recentemente, inoltre, si è visto come la percentuale di bambini sottoposti a regolare vaccinazione (morbillo e rosolia per esempio) sia diminuita, specialmente in quelle regioni di Italia dove le strutture che portano avanti campagne anti-vaccinale lavorano più alacremente.
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