Si dice che le avversità fortifichino. Forse temprano il carattere, ma certamente non fanno bene al cuore. In particolare, traumi, condizioni economiche disagiate, difficoltà di diversa natura, non sembrano giovare particolarmente ai bambini, che da adulti, se traumatizzati durante l’infanzia, risulteranno più esposti alle malattie cardiache.
E’ quanto risulta da un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, presentato dal professor A.Karen Matthews, docente di psichiatria e di epidemiologia, nel corso del 118 convegno annuale dell’American Psychological Association.
Le prime avversità con cui ci si ritrova a fare i conti nella vita attraverso la povertà, l’emarginazione sociale o ancora gli abusi subiti durante l’infanzia sono legati ad una reattività accentuata, che può portare ad un maggior rischio cardiovascolare più avanti negli anni.
Come ha spiegato la Matthews, la diagnosi di molte malattie da adulti si può far risalire all’infanzia.
Se è vero che le cattive abitudini di vita e il non curarsi della propria salute tra i 20 ed i 30 anni sia una della cause scatenanti le malattie nella fase successiva della nostra esistenza, è altresì dimostrato che anche le esperienze infantili traumatiche associate alla più bassa condizione socio-economica, all’isolamento e agli eventi negativi possono influire nello sviluppo di malattie.
L’accumulo di stress in tutti i periodi della vita aumenta il rischio di ammalarsi, ma ci sono periodi critici in cui lo stress ha un impatto maggiore sul nostro organismo. Uno di questi è l’infanzia.
I nostri dati suggeriscono che i bambini sono più vulnerabili ai rischi cardiovascolari se sono esposti a fattori di stress.
Secondo lo studio, i bambini che provenivano da famiglie di basso status socio-economico avevano arterie più rigide da adulti. Coloro che vivevano in quartieri poveri avevano la pressione sanguigna più elevata. Arterie più spesse sono associate ad aterosclerosi.
La Matthews raccomanda di migliorare la qualità dell’istruzione di questi bambini, potenziare le competenze genitoriali – in particolare per i genitori single – e costruire relazioni sociali positive per ridurre al minimo le reazioni di stress e abbassare i rischi di malattie.
[Fonte: Sciencedaily]