In queste prime settimane di settembre, che coincidono con il rientro a scuola di 6 milioni di studenti italiani, Medicinalive si sta occupando di temi che riguardano la salute dei bambini che ritornano sui banchi dopo un’estate di riposo e divertimento. Abbiamo parlato di come riattivare il cervello con una dieta sana, dell’importanza della giusta postura e di uno zaino che non appesantisca eccessivamente la colonna vertebrale dei bambini, ma anche di quanto sia fondamentale, per combattere l’obesità infantile, che sin dalla scuola d’infanzia si pratichi attività fisica anche nelle ore scolastiche.
Oggi ci occupiamo nello specifico di alimentazione, perché è stato diffuso un dato preoccupante: il 64% degli scolari, di età compresa tra i 6 ed i 16 anni, salta la prima colazione. Niente di più sbagliato, per i nutrizionisti, che sottolineano quanto sia importante fare il pieno di energia al mattino, almeno il 20% del fabbisogno calorico totale. Anche per evitare di arrivare a metà mattinata affamati e trangugiare snack ipercalorici.
Lo studio, effettuato dalla SISA, Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, ha rilevato che solo il 22% degli scolari è stato abituato dai genitori a fare colazione, mentre il restante 14% afferma di fare colazione saltuariamente o comunque di non mangiare abbastanza al mattino, giusto qualcosa al volo. Ma la percentuale più preoccupante, lo abbiamo visto, è quel 64% che non fa colazione, per fretta o perché non educato dai genitori sull’importanza del primo pasto della giornata.
Come ha sottolineato in una nota Pietro Antonio Migliaccio, presidente della SISA, la soluzione potrebbe venire proprio dalla scuola, con l’istituzione, almeno per i bambini delle primarie, di due intervalli:
Concedere agli studenti due pause in mattinata li aiuterebbe a mantenere costante il livello di attenzione e ad arrivare meno affamati a pranzo evitando così le abbuffate. Gestendo con maggiore controllo ciò che si mangia durante i pasti principali, infatti, si ottiene anche una significativa riduzione dei rischi obesità.
[Fonte: Asca]