Dire che la dieta mediterranea è la più sana al mondo significa essere ripetitivi perché i benefici sul fisico sono riconosciuti da tutti e ormai lo sanno anche le pietre. Ma ora uno studio della University of Miami Miller School of Medicine ha stabilito che fa bene anche al cervello. In particolare l’alto contenuto di fibre ed i valori bilanciati in questo tipo di pasto possono ridurre notevolmente i danni ai piccoli vasi sanguigni del cervello.
Lo studio si è basato sull’osservazione di quasi mille persone che rispondevano ad un questionario sulla propria dieta, e che venivano poi classificate in base alla maggiore o minore vicinanza alla dieta mediterranea. Successivamente questi volontari sono stati sottoposti a scan cerebrale. I ricercatori hanno scoperto che le persone che risultavano seguire maggiormente la dieta mediterranea risultavano avere una minore iperintensità della sostanza bianca nel cervello, la quale è responsabile di alcune condizioni neuronali, rispetto a coloro che seguivano meno questo tipo di alimentazione.
Incrociando i dati cerebrali con i campioni di sangue è stato inoltre dimostrato che le persone con punteggi migliori avevano anche il colesterolo maggiormente sotto controllo e non avevano problemi di pressione sanguigna, ma questa non è una sorpresa. Ad ogni modo, viene precisato in conclusione, i risultati positivi delle analisi del sangue non sembrano influenzare quelli del cervello. In altre parole se non ci sono danni nel cervello questo non dipende dal fatto che il colesterolo sia basso, ma i due benefici sono indipendenti.
Per dieta mediterranea i ricercatori hanno specificato che intendono quella che prevede molta frutta, verdura, cereali integrali, legumi e noci, e olio d’oliva piuttosto che i grassi come il burro e carne rossa (al massimo un paio di volte al mese), ma con moderate quantità di pesce e pollame, innaffiate con vino rosso, sempre con moderazione.
Lo studio suggerisce una possibile associazione protettiva tra aumento del consumo della dieta mediterranea ed il danno dei piccoli vasi
hanno concluso i ricercatori che hanno pubblicato il loro studio su Archives of Neurology.
[Fonte: Health24]
Photo Credits | Thinkstock