Un piercing su tre provoca un’ infezione ai nostri ragazzi ed uno su 100 di loro ci finisce addirittura al pronto soccorso. Il dato è emerso nel corso del 67° Congresso della Sip (Società italiana di pediatria) che si concluderà oggi a Milano. Il dermatologo Mauro Parisi ha infatti presentato i risultati di uno studio condotto tra oltre 9000 studenti italiani, nel corso del quale è stato evidenziato anche che un ragazzo su 4 ha un tatuaggio. Nulla di male, se non fosse per gli effetti collaterali di tutto ciò, molto pericolosi. La legge italiana stabilisce il divieto di effettuare piercing e tatuaggi ai minori di 14 anni senza l’autorizzazione dei genitori.
Ciò però non esclude la cattiva gestione domestica post-piercing o post-tatuaggio, da cui poi si sviluppano le infezioni e che pure le mamme e papà più attenti sembrano sottovalutare. Ma la ricerca scientifica di Paradisi ha sottolineato anche un altro aspetto: il divieto, non ferma i ragazzi (soprattutto i maschi, che rispetto al genere femminile hanno una percezione del rischio minore a questa età) dal raggiungimento dell’obiettivo: essere alla moda con un anello sul sopracciglio, una borchia sull’ombelico o una palla sulla lingua. E allora ecco che si improvvisano tutti specialisti e con l’ausilio di amici, o addirittura da soli, a casa o in mezzo alla strada, si provocano il piercing in autonomia, senza badare alle normali regole igieniche, con effetti collaterali immaginabili. Nella maggior parte dei casi parliamo di comuni infezioni batteriche che se pur dolorose, e che lasciano cicatrici, possono alla fin fine essere curate con gli antibiotici, ma piercing e tatuaggi possono trasmettere anche virus pericolosi come nel caso dell’epatite o dell’aids.
Insomma, non ci si scherza! L’ultimo dato allarmante del quale avevamo purtroppo sentore: il 50 % dei tatuatori, lavora in modo illegale. Molti di noi, oggi genitori, ricordano la loro adolescenza ed il momento in cui si sono praticati un buco all’orecchio per il classico brillantino, sempre in pessime condizioni igieniche: personalmente col ghiaccio e su una spiaggia! Oggi abbiamo un’arma in più però, la conoscenza dei rischi: accompagniamo i nostri ragazzi, anche in questo percorso, scegliendo per loro (laddove proprio non se ne possa fare a meno), la struttura adeguata ed aiutandoli a disinfettare poi con regolarità la lesione. Perché di questo si tratta: una ferita.
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[Fonte: Ansa]