La chemioterapia dopo un intervento di asportazione di tumore al colon è sempre necessaria o si può evitare? E’ questo il questo lecito che è arrivato nei giorni scorsi per la nostra rubrica Chiedi all’esperto: consulti online su Medicinalive”.
La chemioterapia spaventa a volte più del tumore stesso. A stabilire se occorre farla sono alcuni protocolli terapeutici che si applicano in base al tipo di cancro, alla sua aggressività, estensione e capacità di fare metastasi. L’oncologo dopo i dovuti test propone al paziente il percorso di chemio o di radioterapia del caso, ma non sempre se ne comprende il perché. La risposta al nostro lettore è affidata al dottor Carlo Pastore oncologo e chemioterapista. Ma leggiamo prima per esteso il quesito:
Descrizione dettagliata del problema:
“Il giorno 25 giugno 2013 sono stato sottoposto a intervento chirurgico per asportazione tratto colon ascendente per adenocarcinoma. Questi sono gli esiti degli esami:
Tac torace e addome completo: l’esame è stato eseguito prima e dopo somministrazione di mezzo di contrasto per via e.v. Il parenchima polmonare appare esente da lesioni di natura focale. Piccoli linfonodi a livello della loggia di Barety ed in sede precarenale. Fegato nella norma per volume. Non si evidenziano immagini suggestive per lesioni di natura secondaria. Reni in sede di dimensioni normali. Nulla da segnalare a carico del pancreas e della milza. Prostata ipertrofica. Ispessimento a manicotto della parete colica in corrispondenza della flessura colica dx-colon ascendente per un tratto di circa 7 cm. Il grasso pericolico appare lievemente iperdenso a questo livello (dirty fat, suggestivo per infiltrazione). Assenza di versamento peritoneale e di tumefazioni linfonodali in sede addominale.
Reperto esame istologico. Materiale inviato :a) Colon dx; b) Linfonodo emergenza mesenterica superiore. Descrizione macroscopica: a) segmento colico inviato aperto di cm 16, a cm 5 da uno dei margini chirurgici si reperta neoformazione stenosante ulcerata occupante l’intera circonferenza del diametro di cm 3,5. A cm 11 dal medesimo margine si reperta neoformazione sessile del diametro di cm 1,3. la neoformazione appare infiltrare sino al tessuto adiposo sottosieroso. Nel tessuto adiposo pericolino si repertano 36 linfonodi. b) frammento del tessuto adiposo del diametro di cm 1,3.
Diagnosi:
a-b adenocarcinoma moderatamente differenziato del grosso intestino, G2, infiltrante la parete fino alla tonaca sierosa. La neoplasia mostra moderato infiltrato infiammatorio, necrosi. Indenni da neoplasia i margini di resezione. Indenni da neoplasia i linfonodi pericolaci repertati. Classificazione U.I.C.C.2002: pT3 pN0 Mx G2 – stadio Dukes mod: “B/2”
A giugno nell’esame del sangue questi i valori di: S-CA 19.9 (chemioluminescenza) 3.9 U/ml; S-CEA(chemioluminescenza) 1.1 ng/ml; S-AFP(chemioluminescenza) 1.6 ng/ml
Con questi dati e questa situazione è necessario effettuare una chemioterapia o si potrebbe evitare per il momento e seguire l’evoluzione della malattia? Grazie per la disponibilità.”
Specializzazione: Oncologia
Tipo di Problema: chemio dopo intervento adenocarcinoma colon dx
Risponde l’oncologo Carlo Pastore
“Gentile signore, per molto tempo si è dibattuto circa l’opportunità di trattare o meno in chemioterapia la patologia Dukes B2. La tendenza generale, e personale, è per il trattamento. Una terapia adiuvante apre difatti un ombrello protettivo più ampio del solo “wait and watching”. Ovviamente sempre che non vi siano ostative al trattamento farmacologico per età, patologia concomitante e condizione generale.
Cari saluti ed un grande in bocca al lupo per tutto
Dr. Carlo Pastore, oncologo – www.ipertermiaitalia.it”
Come da prassi vi ricordiamo che gli esperti coinvolti nella nostra rubrica di consulti online propongono contenuti a scopo informativo e di carattere generale, che mai, in nessun modo possono sostituire una visita specialistica con il proprio medico curante, o specialista, unico mezzo per avere una diagnosi certa e certificata atta a prescrivere un qualunque trattamento.
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