Finalmente siamo arrivati ad una svolta nel campo della cosmetologia maschile. Anche per loro si comincia a parlare di carenze ormonali e ci si pone l’ obiettivo di bloccare la degenerazione del testosterone. Didier Rase, che in Francia è stato tra i precursori delle creme “pour lui“, ha lanciato su Internet una gamma definita rivoluzionaria, e che fa già discutere negli ambienti scientifici.
I suoi laboratori, dopo aver passato in rassegna milioni di molecole di origine vegetale, ne hanno selezionate quattro, riunite in un complesso battezzato pyto-androzyme, che agisce sul tasso di testosterone della pelle, riportandolo ai livelli richiesti dalle condizioni ottimali. «Questo principio attivo», dice l’imprenditore, «non è efficace sulle pelli delle donne che producono, è vero, del testosterone, ma a concentrazione dieci volte minore».
Eric Gooris, responsabile laboratori Clarins, non nasconde la sua perplessità. «Citare gli ormoni in un prodotto cosmetico mi sembra rischioso. Ho l’impressione che si cerchino degli slogan per vendere e, se quanto asserito è vero, forse è anche peggio, perché si imboccano strade senza sapere bene dove portino». Il futuro della cosmesi maschile è altrove. «Finora sono stati introdotti sul mercato prodotti abbastanza generici. Adesso il registro cambia. Se la parola d’ordine, fino a questo momento, è stata semplicità, adesso siamo a una svolta».
Ora gli uomini sono chiamati a gesti precisi, tecnici non più alla genericità. La tendenza era già stata segnalata dagli esperti marketing «Dobbiamo allontanare una serie di pregiudizi sui consumatori maschili, che erano veri agli inizi ma ora non più. Non è vero che sono fedeli a una marca. Oggi passano con disinvoltura da una all’altra, come le loro compagne. Inoltre stanno cominciando ad utilizzare prodotti che implicano gesti di precisione, dagli stick antiocchiaie alle stilo antirughe», spiega Maryelle Allemand, dell’agenzia parigina Carlin.
«L’uomo si è accorto di avere una pelle invecchiata, solcata da rughe che un tempo erano forse viste in chiave positiva, ma ora non sono più ben accette perché possono influire sulla vita socioprofessionale. E comincia a muoversi sul fronte della prevenzione, fatto del tutto nuovo perché il rapporto tra l’uomo e i cosmetici è sempre stato improntato a risultati immediatamente visibili e concreti».