Per combattere ansia e stress anche le donne si rifugiano, sempre più spesso, nella cocaina. Questo il dato emerso nel corso del convegno “L’altra faccia della coca” svoltosi all’Università Cattolica di Milano. E ad affermarlo è la psicologo Gabriella Gilli, docente di psicologia dell’arte e di psicologia della personalità presso l’ateneo milanese. Il consumo di coca cresce tra le giovani studentesse e tra le donne in carriera che assumono in maniera occasionale la sostanza stupefacente per affrontare stress, stanchezza, ansia, ma anche paure e insicurezza legate agli impegni di studio e di lavoro. Oltre a costituire una soluzione illusoria, avverte la docente milanese, l’assunzione occasionale di cocaina espone al rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza dalla quale è poi difficilissimo uscire.
Il dato va ad aggiungersi a quelli, già piuttosto allarmanti che vedono il consumo di cocaina in vertiginoso aumento nel nostro paese: i consumatori di coca sono passati dai 700mila del 2005 agli 850mila del 2007 mentre a diminuire è l’età dei nuovi tossicodipendenti. Inoltre il consumo, abituale o meno, di cocaina, diventa un fenomeno che interessa sempre più in maniera trasversale la popolazione, diversamente dal passato cioè prescinde dal reddito e dall’estrazione sociale. Mentre un tempo infatti la cocaina era considerata “roba da ricchi”, diffusa perlopiù, almeno così si riteneva, nel mondo dello spettacolo e della moda, adesso non è più così anche a causa del suo costo sempre meno elevato. Preoccupanti stime per il futuro provengono poi dal Dipartimento dipendenze patologiche dell’ASL di Milano secondo il quale entro il 2010 il consumo di coca potrebbe aumentare fino al 40%. Per allora cioè circa un milione di italiani fra 15 e 64 arriveranno a far uso della polvere bianca. Nel frattempo speriamo che le istituzioni adottino provvedimenti realmente efficaci per arginare il consumo crescente di tutte le droghe, vecchie e nuove.