Il sessuologo Emmanuele A. Jannini non ha nemmeno fatto in tempo a individuare e addirittura fotografare il Punto G che già il collega Alessandro Littara (andrologo e sessuologo) ha importato dagli USA una tecnica in grado di ampliarne le dimensioni. L’intervento di G-Spot Amplification è stato già eseguito su sette pazienti tra i trenta e i quarant’anni presso l’Istituto Italiano di laser-chirurgia sessuale di Milano. La tecnica però è stata ideata e messa a punto dal medico statunitense David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles che l’ha sperimentata su ben 840 donne ottenendo un successo nel 79% dei casi.
Sembra che si tratti di un vero e proprio intervento di chirurgia estetica , infatti la procedura consiste nell’iniezione di una sostanza a base di acido ialuronico o collagene in corrispondenza del Punto G (è nato un nuovo filler). L’intervento, che dura in tutto una mezz’ora, sarebbe rapido e indolore, al massimo viene applicata una crema anestetica. Naturalmente non è coperto dal sistema sanitario (!) e ha un costo che si aggira intorno ai 1000-1200 euro. Inoltre, trattandosi pur sempre di un filler, il suo effetto ha durata temporanea e, considerati i tempi di riassorbimento del collagene, andrebbe ripetuto dopo circa sei mesi.
Lo stesso Littara precisa, avallando la recentissima scoperta del collega Jannini, che la tecnica non è adeguata per tutte le donne ma solo per le fortunate (comunque un buon 80%) nelle quali il Punto G è ben individuabile. Sembrerebbe quindi che i risultati delle ricerca di Jannini abbiano contribuito non solo a svelare il cinquantennale mistero del Punto G, ma anche a rendere più precisa ed efficace la tecnica che promette di ampliarne le dimensioni e, con loro, la capacità di provare più intensamente il piacere sessuale. Cosa dire di più, a quanto pare la chirurgia estetica non ha più confini!