Farmaci per l’impotenza collegati alla perdita dell’udito

Brutte notizie per gli uomini in cerca di emozioni forti: potreste riprendere vigore nell’atto sessuale, ma rischiate di perdere l’udito. Il rischio proviene da un recente riscontro effettuato in diverse parti del mondo (prima negli Stati Uniti e poi anche in Australia e Asia), in cui si è notato che molti uomini hanno cominciato ad avere deficit uditivi.

Tutto è iniziato qualche mese fa quando alcuni signori si sono rivolti al proprio medico per denunciare una strana perdita dell’udito. Durante l’anamnesi ci si è resti conto che molti di questi avevano assunto Viagra, Cialis o Levitra per combattere l’impotenza. Quando ha cominciato a spargersi la voce, centinaia di altre persone si sono rivolte al medico per lo stesso problema, ed in tutte è stato riscontrato che la perdita di udito è cominciata dopo l’assunzione delle famose pillole blu.

E se il Viagra fosse inefficace? Altri rimedi per l’impotenza

Non tutti coloro che sono affetti da disfunzioni sessuali come quella erettile (altrimenti detta impotenza) traggono benefici dall’assunzione dei farmaci ormai noti come “pillole dell’amore”, la più celebre delle quali è senza dubbio il Viagra, o pillola blu.

Secondo gli esperti infatti sono circa 900mila, su un totale di tre milioni, gli uomini affetti da impotenza che non possono essere curati attraverso l’impiego di farmaci. Ma perchè in questi casi le pillole non funzionano? Come spiega Edoardo Pescatori, responsabile dell’unità operativa di andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena:

Disfunzione erettile. In tre milioni ne sono affetti, ma non si rivolgono a un medico

Sono tre milioni gli uomini italiani affetti da impotenza sessuale, ma solo una minima parte di questi (600 mila) cura questa disfunzione con le cosiddette pillole dell’amore (Viagra, Cialis, Levitra). Infatti al contrario delle donne, che non attendono mediamente più di due mesi prima di rivolgersi al ginecologo per qualunque problema di salute, gli uomini si decidono a rivolgersi ad uno specialista urologo o andrologo solo dopo due anni dall’insorgenza del disturbo.

A trattenere gli uomini dal cercare l’aiuto di un medico per risolvere problemi attinenti la sfera sessuale probabilmente sentimenti di vergogna e/o imbarazzo legati al dover ammettere le proprie difficoltà circa un aspetto tanto sentito dagli uomini come la propria virilità. Reticenze che spesso vengono superate solo grazie all’aiuto, o alle insistenze, della partner, senza dubbio frustrata da disfunzioni sessuali, come quella erettile, che a lungo andare non possono che incidere negativamente su ogni aspetto della vita della coppia.

Protesi peniene: come vincere l’impotenza sessuale

L’ impotenza sessuale maschile è caratterizzata dalla impossibilità di ottenere una sufficiente rigidità per la penetrazione vaginale. Anche se le cause sono spesso organiche (vascolari, endocrine, neurologiche) la componente psichica è sempre presente, accompagnando il disturbo con atteggiamenti depressivi, ansia, ridotta autostima e altri comportamenti negativi, che vanno ad influenzare soprattutto la vita di relazione.

Dal lontano 1998, con la commercializzazione del Viagra e le nuove Cialis e Levitra, molto è cambiato: sesso e sessualità sono diventati più familiari, discussioni sul benessere sessuale della coppia si sono imposte con più energia, raggiungendo un risultato importante. Tuttavia quando le pillole blù non funzionano proprio, si consigliano le protesi peniene. In questo campo l’industria e la ricerca hanno fornito allo specialista prodotti sempre più sofisticati e molto più naturali. Si è passati dalle protesi a volume fisso, a quelle a volume variabile.

Le prime sono meno costose (1,5-3 mila euro) ma costringono a convivere con una costante rigidità peniena, a cui si ovvia posizionando il membro verso l’addome, in basso, lato dx o sn, in modo che risulti “poco evidente e poco ingombrante“. Le seconde superano i 7 mila euro, funzionano mediante un sistema idraulico e per questo soggette, seppur raramente, a guasti meccanici (meno dell’1%). Nel complesso però risultano più fisiologiche in quanto consentono di ottenere l’erezione prima dei rapporto sessuale.

Viagra. Chi lo usa rischia l’infertilità?

Dopo avere illustrato ampiamente indicazioni, controndicazioni e usi alternativi del Viagra e dei suoi “simili” (Cialis e Levitra) eccoci di nuovo a parlare della famosa pillola blu! Stavolta però potrebbero esserci cattive notizie in arrivo per gli uomini che hanno trovato nel Viagra una cura miracolosa per i propri problemi di impotenza. Il ginecologo della Queen’s University Belfast, David Glenn, sostiene infatti che l’uso della pillola blu può danneggiare gli spermatozoi causando infertilità. La ricerca sarà pubblicata sulla rivista Ferility and Sterility ma ad anticiparne i contenuti è stato il quotidiano The Observer, nella versione on-line.

Nel corso di uno studio sperimentale campioni di sperma prelevati da alcuni volontari sono stati immessi in una soluzione a base di Viagra. Gli studiosi inglesi guidati da Glenn hanno così osservato che il composto danneggiava la struttura degli spermatozoi (più precisamente la parte apicale, il cosiddetto acrosoma) contenente degli enzimi utili per distruggere la membrana che circonda l’ovulo femminile permettendo così allo spermatozoo di fecondarlo.

Punto G. Esiste già il metodo per ampliarlo

Il sessuologo Emmanuele A. Jannini non ha nemmeno fatto in tempo a individuare e addirittura fotografare il Punto G che già il collega Alessandro Littara (andrologo e sessuologo) ha importato dagli USA una tecnica in grado di ampliarne le dimensioni. L’intervento di G-Spot Amplification è stato già eseguito su sette pazienti tra i trenta e i quarant’anni presso l’Istituto Italiano di laser-chirurgia sessuale di Milano. La tecnica però è stata ideata e messa a punto dal medico statunitense David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles che l’ha sperimentata su ben 840 donne ottenendo un successo nel 79% dei casi.

Sembra che si tratti di un vero e proprio intervento di chirurgia estetica , infatti la procedura consiste nell’iniezione di una sostanza a base di acido ialuronico o collagene in corrispondenza del Punto G (è nato un nuovo filler). L’intervento, che dura in tutto una mezz’ora, sarebbe rapido e indolore, al massimo viene applicata una crema anestetica. Naturalmente non è coperto dal sistema sanitario (!) e ha un costo che si aggira intorno ai 1000-1200 euro. Inoltre, trattandosi pur sempre di un filler, il suo effetto ha durata temporanea e, considerati i tempi di riassorbimento del collagene, andrebbe ripetuto dopo circa sei mesi.

Il punto G esiste, ma non tutte le donne ce l’hanno

Dopo anni di ricerche (anche fai da te) sarebbe finalmente stata accertata l’esistenza del cosiddetto Punto G, ovvero, per quei pochi che ancora non lo sapessero, la zona erogena più sensibile del corpo femminile. Il primo a ipotizzarne l’esistenza, già negli anni ’50, fu il ginecologo tedesco Ernst Grafenberg che pubblicò un dettagliato studio sull’argomento. Probabilmente il medico tedesco non immaginava che la sua “scoperta” avrebbe avuto una straordinaria risonanza per i cinquant’anni a venire e non solo in ambito medico-scientifico. In tutti questi anni infatti legioni di uomini e donne di buona volontà hanno continuato a dargli la caccia incuranti del parere degli studiosi che lo ritenevano una semplice bufala.

E oggi è proprio la scienza a dare ragione a questi coraggiosi ricercatori casalinghi. Uno studio condotto da Emmanuele Angelo Jannini docente di sessuologia medica all’Università degli studi dell’Aquila prova infatti l’esistenza del Punto G identificandolo con una precisa regione anatomica rappresentata da un ispessimento della parete che separa l’uretra dalla vagina in cui si concentrano ghiandole, nervi e corpi cavernosi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Sexual Medicine, una vera e propria autorità nel campo.

Non solo per l’impotenza. Gli usi alternativi del Viagra

A quanto pare il Viagra (Sildenafil citrato), e insieme a lui Cialis (Tadalafil), fa proprio dei miracoli e non solo quando si tratta di restituire un pò di colore ad un vita sessuale un pò ingrigita. Sembra infatti che le pillole dell’amore siano state impiegate con successo anche in altri ambiti terapeutici. Un gruppo di scalatori impegnati nell’ascesa al Kilimangiaro avrebbe fatto uso del Tadalafil, principio attivo del Cialis (la pillola gialla) per sopportare la carenza di ossigeno dovuta all’altitudine. Il farmaco agisce infatti alleviando le condizioni di stress a cui sono sottoposti i polmoni in presenza di una carenza di ossigeno. Analogo impiego avrebbe trovato il Viagra che sarebbe addirittura stato impiegato per curare l’insufficienza polmonare di un bimbo nato prematuro in un ospedale inglese.

L’efficia del Viagra nel trattamento della ipertensione polmonare lo riabiliterebbe come farmaco utile nella cura delle patologie cardiovascolari, per le quali si era rivelato praticamente inutile nel corso della sperimentazione che ne scoprì invece l’efficacia come trattamento per l’impotenza. Infatti l’ipertensione polmonare (cioè l’aumento della pressione nei polmoni) a lungo andare può intaccare la funzionalità del muscolo cardiaco. Se il Viagra si confermasse efficace nella cura dell’ipertensione polmonare troverebbe quindi impiego nel preventire l’insorgenza di patologia cardiache.

Lo sapevate che adesso esiste anche la pillola contro l’eiaculazione precoce?

Dopo la pillola blu (ma non solo!) per sconfiggere l’impotenza sessuale sembra che sia finalmente in arrivo nelle nostre farmacie anche quella per sconfiggere l’eiaculazione precoce. L’annuncio è stato dato al quarantesimo Congresso di Urologia tenutosi a Bari. Già da qualche anno si parla della possibilità di impiegare farmaci a base di dapoxetina per arginare questa diffusa disfunzione sessuale. Infatti, per quanto sia seccante ammetterlo, data la fama di amanti eccezionali di cui godono gli italiani, secondo recenti statistiche nel nostro paese ne sarebbero affetti ben quattro milioni di uomini fra i venti e i cinquanta anni.

Il farmaco, dopo qualche anno di sperimentazione, è stato approvato negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration. Non si tratta di un nuovo ritrovato, ma di una sostanza già nota, appartenente famiglia degli antidepressivi che agisce aumentando il livello di serotonina nel cervello. E proprio nel corso del suo impiego nella cura della depressione è stato possibile osservarne gli effetti per così dire “ritardanti”. Dall’osservazione del miglioramento delle performances sessuali di pazienti che la assumevano per la cura dei disturbi dell’umore è nata l’idea della sperimentazione su uomini affetti da eiaculazione precoce che ha dato ottimi risultati.

Gli italiani lo fanno meglio. Merito dell’aglio?


Secondo uno speciale andato in onda sulla londinese BBC durante la trasmissione The Truth about food, le proprietà afrodisiache dell’aglio sarebbero tali da non aver nulla da invidiare ai già collaudati Viagra, Cialis e Levitra. E poco importa se il nostro amato avrà un alito pestilenziale.

Il documentario si baserebbe su una ricerca secondo la quale ingerire ben quattro spicchi d’aglio al giorno per tre mesi consecutivi avrebbe effetti terapeutici sull’impotenza maschile soprattutto quando ad esserne affetti sono uomini anziani, con problemi di colesterolo alto. Non è dato però sapere se l’aglio ha realmente il potere di sconfiggere l’impotenza. Quel che è certo, ed è forse questa la vera notizia, è che in seguito alla messa in onda dello speciale, la vendita del bulbo, supposto, afrodisiaco in Gran Bretagna è aumentata di oltre il 30%.

Quarantanni vergine? Attenti alle disfunzioni sessuali

Uno studio condotto dai ricercatori della Columbia University in collaborazione con il New York State Psychiatric Institute’s HIV Center for Clinical and Behavioral Studies ha dimostrato che gli uomini che mantengono intatta la propria verginità fino a 21-23 anni hanno maggiori possibilità di andare incontro allo sviluppo di disfunzioni sessuali nel corso della vita.

Il rapporto sessuale può essere suddiviso in cinque fasi: l’insorgere del desiderio (I fase), la fase di eccitazione iniziale (II fase), cui segue la massima eccitazione o plateau (III fase), e, infine l’orgasmo (IV fase) e la risoluzione (V fase). Le disfunzioni sessuali possono riguardare una o più di queste fasi e consistere nell’alterazione delle sensazioni soggettive e/o delle prestazioni sessuali della persona.
Nelle disfunzioni del desiderio sessuale (prima fase) questo può essere troppo basso o assente, si parla in questo caso di avversione sessuale, o troppo elevato. In quest’ultimo caso può essere determinante nell’insorgere del disturbo un grado d’ansia (la cosiddetta ansia da prestazione) eccessivamente alto.