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Plutonio e rischi per la salute: nuova emergenza da Fukushima

 Plutonio: è questa la nuova emergenza che arriva dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo il direttore generale di Greenpeace Giuseppe Onofrio si tratta di un “ritrovamento agghiacciante”, in quanto la sostanza è altamente tossica oltre che radioattiva e se inalata o ingerita attraverso i cibi potrebbe danneggiare in modo irreparabile l’organismo umano. Nel frattempo, in mare, a circa 300 metri dalla centrale nucleare sono stati rilevati tassi di iodio radioattivo di 3.355 volte superiori al limite consentito dalla legge. Tutti motivi che hanno portato Greenpeace a monitorare tutte le aree circostanti, ma soprattutto a chiedere l’evacuazione di altre e più vaste zone abitate. Ma vediamo di capire quali sono di preciso i rischi per la salute derivati dal plutonio.

Il plutonio agisce sui polmoni, allo stesso modo del radon. A basse esposizioni, proprio come questa altra sostanza  può essere considerato sicuro. Diverso è il discorso quando le dosi sono alte: può essenzialmente aumentare il rischio di tumore al polmone ad esempio, attaccare le ossa ed il fegato. La sua ingestione non blocca la radioattività che dunque perdura anche dall’interno dell’organismo. Lo iodio riscontrato nelle acque e nei terreni nei dintorni di Fukushima si dissolverà in poche settimane (anche se è leggero e può raggiungere distanze notevoli, tanto che la nube radioattiva sarebbe arrivata anche in Italia); il plutonio al contrario impiega centinaia di anni a dissolversi: non va lontano perché è una sostanza molto pesante, rimane a contaminare una zona circoscritta, ma che di certo dovrà essere bandita per tempi lunghissimi: penetra nel terreno e può essere respirata. I suoi rischi sono quindi a lungo termine. Un altro radioisotopo è stato rintracciato in quantità minime nella zona del reattore giapponese: il cesio-137 i cui effetti sono approssimativamente nel mezzo tra plutonio e iodio. Attacca i muscoli e finora non è stata comprovata una sua attività cancerogena. Perdura nell’ambiente per circa trent’anni.

Va detto comunque che al momento non sono stati rilevati tassi preoccupanti ne di plutonio ne di cesio. Certo è che le notizie che arrivano ora dopo ora dal Giappone non sono tra le più confortanti. Gli esperti affermano che si tratta di una crisi nucleare internazionale che non può risolvere da sola un’unica organizzazione, sia essa la Tepco o il Governo giapponese. Intanto si è appreso che Masataka Shimizu, presidente dalla Tepco, la società che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima, è stato ricoverato ieri sera a causa di un violento attacco di ipertensione.

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