Brutte notizie per gli amanti delle bibite alla cola. Sembra proprio che il loro consumo eccessivo (pari a due lattine al giorno) predisponga allo sviluppo di patologie renali croniche. Questo, almeno, è il dato emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del National Institutes of Health (Nih) e pubblicato su Epidemiology. L’analisi delle abitudini alimentari di oltre 400 persone affette da calcoli renali ha infatti permesso agli studiosi, tra cui anche la biologa italiana, Olga Basso, di stabilire, dopo aver escluso l’esistenza di altri possibili fattori di rischio, che esiste un legame tra le patologie renali, primi fra tutti i calcoli, e il consumo di cola.
A causare problemi ai reni sarebbe l’acido fosforico presente in grandi quantità in questo tipo di bevande. L’acido fosforico avrebbe il potere di legare a sé (e quindi sottrarre) il calcio presente nelle ossa rendendole così più deboli e di favorire la formazione di cristalli che aggregandosi diventano calcoli renali. Già nel 2003 , Katherine L. Tucker, al congresso della American Society for Bone and Mineral Research, aveva presentato una ricerca dalla quale erano stati ottenuti risultati analoghi che allora erano stati collegati al deficit di mineralizzazione delle ossa nelle donne che costituivano il campione.
Già altri studi avevano individuato le ricadute negative del consumo eccessivo di cola sulla salute, rappresentate da un innalzamento del livello di colesterolo e dal rischio di ipertensione e diabete. Sempre presente inoltre lo spettro dell’obesità anche nel caso si assumano bevande dietetiche. Ma questo è il primo studio che pone in relazione le patologie renali con la cola, mentre sembra che non si corrano particolari rischi, almeno per lo sviluppo di questo tipo di patologia, consumando altri tipi di bevande gasate. In ogni caso, meglio limitarne il consumo e preferire bevande più sane come acqua, spremute e, al limite, un bel bicchiere di vino rosso.