L’influenza , come ogni autunno, si sta riaffacciando con discrezione nelle nostre vite ed in quelle dei nostri bambini. Mai come su di loro è possibile capire l’importanza della prevenzione di una malattia. Non bisogna sottovalutare la sindrome influenzale.
E’ esattamente questo il messaggio che la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale sta tentando di fare arrivare, richiedendo che anche i bambini non affetti da malattie croniche, oltre i 6 mesi di età, vengano vaccinati.
Una corretta igiene può aiutare, la disinfezione delle mani è uno dei passi basilari, ma non sempre previene totalmente dal contagio. Sui corpi dei bambini, più piccoli e delicati di un adulto, l’influenza poi, può portare a maggiori conseguenze. Di certo sottopone il minore a maggiore stress. Quindi perché non prevenire?
I dati diffusi dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione dell’Istituto Superiore di Sanità, sono molto chiari in merito: le persone ad essere più colpite dall’influenza sono proprio i bambini da 0 a 14 anni, sia per una maggiore delicatezza fisica, sia per la convivenza forzata a scuola con tante altre persone.
Il ministero della Salute consiglia la vaccinazione a tutti quei bambini ed adulti che sono affetti da patologie di tipo cronico come asma e diabete. Per loro la vaccinazione è gratuita. La società Italiana di Pediatria raccomanda un piccolo sforzo economico ( in assenza di patologie la decisione del vaccino spetta al medico ed ai genitori, n.d.r.) al fine di non mettere a repentaglio la salute di quei bambini sani che, grazie al vaccino, potrebbero almeno trovarsi preparati a livello immunitario in caso di contagio.
Questo perché, a conti fatti, oltre a rappresentare la giusta prevenzione da applicare il bambino, tutela i genitori anche a livello economico: prevenire, sembrerà una frase fatta, si rivela anche più conveniente che curare.
Statisticamente, coloro i quali beneficiano in maniera più forte della vaccinazione tra i bambini sani sono quelli appartenenti alla fascia di età compresa tra i 6 mesi ed i 5 anni: il vaccino è in grado di abbassare in maniera sostanziale l’incidenza di ricoveri, l’utilizzo di antibiotici e l’insorgenza di complicanze, che in questa fascia di età sono molto più frequenti.