Aprile è il mese della prevenzione dell’ictus cerebrale, una malattia che colpisce non solo gli anziani, come si sarebbe tentati a credere, ma anche gli under 54. L’incidenza dell’ictus in soggetti giovani, infatti, cresce di anno in anno. Ecco, perché A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) ha organizzato una serie di iniziative di sensibilizzazione e informazione su questa insidiosa patologia e sui principali fattori di rischio.
Come ha spiegato Paolo Binelli, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus:
Nel nostro Paese si verificano oltre 200mila casi di ictus ogni anno e ben 930mila persone ne portano le conseguenze invalidanti, ma oltre il 50% degli italiani non conosce la malattia e soprattutto non è al corrente che dagli inizi degli anni 2000 si può curare, mentre negli ultimi anni è stato dimostrato che una corretta prevenzione potrebbe evitare oltre l’80% dei casi.
Come? Con l’adozione della dieta mediterranea, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale, oltre all’astensione dal fumo e alla regolare attività fisica. Spesso si tende ad associare questa malattia all’età avanzata, ma l’ictus giovanile è la malattia neurologica più frequente dopo il trauma cranico. E ai fattori di rischio “tradizionali” si aggiunge l’uso di droghe, che è aumentato in modo esponenziale.
In molti casi l’insorgenza dell’ictus si potrebbe addirittura azzerare e anche i suoi effetti invalidanti potrebbero essere ridotti con le cure adeguate e tempestive. Come spiegano gli esperti, fondamentale a questo scopo è il trattamento trombolitico effettuato entro le 4-5 ore dall’inizio dei sintomi in un centro attrezzato per l’ictus (Stroke Unit), che consente ad 1/3 delle persone rientrare a casa nell’arco di pochi giorni, completamente guarite e in buone condizioni funzionali.
L’unico neo è che le Stroke Unit, in Italia, non sono diffuse su tutto il territorio e per lo più sono concentrate nel Nord. Nel Sud, come denuncia il presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus, si muore di più di ictus cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le unità di emergenza sono quasi assenti. E poi dicono che i dottori migliori sono al Nord… sono le strutture ad essere più a misura del cittadino, è questo, purtroppo, il nocciolo del problema.
Via| A.L.I.Ce. Italia Onlus – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale; Photo Credit| Thinkstock