Di troppo lavoro non è mai morto nessuno, oppure sì? In ufficio piuttosto che in fabbrica ed in ogni luogo lavorativo, i fattori di stress, o meglio di distress, lo stress negativo che si contrappone all’eustress, spinta vitale alla resistenza ed alla produttività sana, sono certamenti tanti.
Di recente la normativa ha previsto che siano i datori di lavoro a dover misurare e verificare che le condizioni lavorative non espongano a stress eccessivo i dipendenti. Una buona notizia anche alla luce di una recente ricerca che evidenzia quanto possa essere pericoloso per gli uomini lavorare troppe ore di fila. A rischio è il cuore.
Lo studio è stato effettuato da un’équipe di ricercatori afferente allo University College di Londra, coordinata dal dottor Mika Kivimaki, e pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Annals of Internal Medicine.
I ricercatori hanno preso in analisi un campione piuttosto nutrito di persone, composto da 7.095 individui di sesso maschile, tutti di cittadinanza inglese e senza malattie cardiache al momento dell’inizio dello screening, screening che è durato 11 anni. Dai risultati raccolti si evince che chi lavora per 11 ore o più al giorno ha il 67% di probabilità in più di soffrire di malattie cardiache, rispetto a chi è impiegato per 7-8 ore al giorno. Spiegano gli autori della ricerca che
Non è chiaro se siano proprio i lunghi orari di lavoro ad aumentare il rischio di malattie cardiache, o se il monte ore totale trascorso in ufficio sia un ”marker” di altri fattori dannosi per la salute del cuore, come le cattive abitudini alimentari e la mancanza di esercizio fisico.
Senza dubbio per chi svolge un lavoro sedentario, la mancanza di attività fisica non fa certo bene al cuore. L’ideale sarebbe, per chi è costretto a lavorare a lungo, fare frequenti brevi pause e concedersi 10 minuti di passeggiata all’aria aperta per staccare la spina e smaltire lo stress.
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[Fonte: ASCA ]