Ne avevamo già parlato sulle pagine di Medicinalive. Ora, però, è ufficiale: sulla Gazzetta dell’Unione del 29 gennaio 2011 è stata pubblicata la direttiva che vieta la produzione di biberon al bisfenolo A a partire dal primo marzo prossimo.
La direttiva è la 2011/8/UE della Commissione Europea, già approvata il 25 novembre scorso, e che sarà dunque presto operativa e andrà a sostituirsi alla direttiva 2002/72/CE della Commissione del 6 agosto 2002, che autorizzava l’utilizzo di BPA nei contenitori ad uso alimentare.
Con la nuova direttiva non solo non si potrà più produrre, a livello industriale, biberon che contengono BPA, ma a decorrere dal primo giugno del 2011, non si potrà nemmeno importare o commercializzare, nei confini dell’UE, contenitori prodotti con il composto.
Una sostanza che interferisce con il sistema endocrino dell’organismo, il BPA, con rischi per la riproduzione, per lo sviluppo cerebrale dei bambini e conseguenze, a lungo termine, anche pesanti, come la sterilità maschile. Negli ultimi anni, poi, alcuni studi hanno accertato un rischio maggiore di tumori, di danni cerebrali e di compromissione del sistema immunitario dei più piccoli proprio derivante dall’ingresso della sostanza nell’organismo.
Ma come entra il bisfenolo A nel corpo? Capirlo può aiutarci a comprendere meglio anche la decisione dell’UE di bandirlo dai biberon. Biberon che, a determinate temperature, se prodotti con BPA, rilasciano la sostanza nel cibo che da qui entra, con tutti i rischi che questo comporta, nel fisico del bambino.
Una decisione giusta, senz’altro, quella presa dall’Unione in materia, che arriva con un certo ritardo dal momento che numerosi Paesi, prima dell’UE, erano già corsi ai ripari: il Canada, ad esempio, ma anche la Francia e la Danimarca. Ora nell’Unione alimentarsi per crescere sarà certamente più sicuro.
Articoli correlati:
Biberon al bisfenolo banditi da marzo
Materie plastiche tossiche, bisfenolo A legato a sindrome metabolica
Bisfenolo A nei biberon, vietata produzione dal primo marzo