Malnutrizione negli ospedali, un problema concreto, che accresce il numero e la durata dei ricoveri, rallenta il percorso di guarigione, rende ancora più spiacevole la degenza e grava sul Servizio Sanitario Nazionale, facendo finire nella pattumeria migliaia e migliaia di pasti ogni giorno.
Un passo in avanti verso la risoluzione della spinosa questione è stato compiuto in questi giorni dalla Conferenza Stato-Regioni che ha approvato le Linee di indirizzo nazionale per la Ristorazione ospedaliera e assistenziale, che erano state stilate dagli esperti del Ministero della Salute.
Ed è proprio il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, esprimendo la sua soddisfazione per l’approvazione del testo, a sottolineare quanto sia cruciale durante il ricovero ricevere una corretta e sana alimentazione:
La ristorazione ospedaliera è parte integrante della terapia clinica perché il cibo rappresenta uno strumento per il trattamento della malnutrizione, problema fino ad oggi sottovalutato. Una corretta alimentazione durante il ricovero, particolarmente degli anziani e dei lungodegenti, diventa parte integrante del percorso di cura. La malnutrizione comporta una maggiore vulnerabilità alle malattie e ricoveri ripetuti.
Il rapporto con il cibo è sempre importante, tanto più in periodi delicati della vita come lo sono i ricoveri in ospedale che espongono il fisico già vulnerabile ad un ulteriore indebolimento dovuto alle carenze nutrizionali. Le linee guida approvate dalla Conferenza Stato-Regioni mirano a fornire a tutti gli operatori della ristorazione ospedaliera delle vere e proprie strategie strategie gestionali e clinico-nutrizionali volte a prevenire l’annoso problema della malnutrizione negli ospedali ed a migliorare il rapporto con il cibo dei degenti. Rapporto con il cibo che, stando allo stesso Fazio, dovrebbe migliorare non solo dentro ma anche fuori dall’ospedale, per accrescere i benefici per la salute di una corretta alimentazione:
Desidero esprimere la mia viva soddisfazione per l’accordo raggiunto e auspico che questa intesa serva a costruire nel tempo una cultura alimentare idonea alla promozione e al mantenimento della salute anche al di fuori delle strutture di degenza.
[Fonte: Asca]