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OGM. Cosa sono e quanto sono diffusi nel nostro paese gli organismi geneticamente modificati

Gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono piante o animali il cui codice genetico è stato modificato in laboratorio per fare in modo che acquisiscano delle caratteristiche specifiche che non posseggono in natura. Le manipolazioni genetiche che danno luogo a OGM sono utilizzate in campo biomedico, agricolo, alimentare e zootecnico. Qui daremo spazio alle applicazioni in agricoltura perchè sono quelle che maggiormente incuriosiscono e in qualche modo preoccupano i consumatori da qualche anno a questa parte.

La manipolazione genetica consiste, in questo caso nell’introdurre negli organismi vegetali parti di dna provenienti da organismi del tutto differenti (anche animali) per sfruttarne le caratteristiche. Sono state modificate numerose varietà vegetali per renderle più resistenti ad avverse condizioni climatiche, a parassiti, pesticidi, ma anche migliorarne le proprietà nutrizionali o la conservazione. Ad esempio è stato iniettato materiale genetico proveniente da un pesce artico per ottenere delle fragole resistenti al freddo.

Furono Stanley Cohen della Standford University ed Herbert Boyer della University of California a dimostrare per la prima volta, nel 1973, che era possibile trasferire materiale genetico da un organismo all’altro clonando un gene di rana all’interno del batterio Escherichia coli.
Da allora le sperimentazioni nel campo della manipolazione genetica, grazie anche ai progressi della biologia molecolare, sono cresciute vertiginosamente.

L’applicazione delle tecnologie genetiche in agricoltura ha suscitato un enorme interesse poichè promette di abbassare i costi di produzione e ridurre il ricorso a pesticidi e disserbanti.
Gli OGM più coltivati sono soia, mais, riso, tabacco, cotone, colza, patate, pomodori, zucca. Gli OGM sono autorizzati in Canada e in Giappone. La stragrande maggioranza delle coltivazioni (oltre il 90%) si trova negli Stati Uniti, in Canada, Brasile e Argentina. In Italia al momento non è autorizzata la coltura transgenica se non a fini sperimentali. Tuttavia anche nel nostro paese esistono diversi OGM in commercio provenienti soprattutto dagli Stati Uniti.
Attualmente non esiste una normativa che prevede l’etichettamento dei prodotti geneticamente modificati, ed è quindi molto difficile per il consumatore scegliere in modo consapevole se acquistare o meno prodotti OGM o che contengono elementi manipolati geneticamente. Alcune aziende italiane specificano però che il loro prodotti non contengono OGM o non derivano comunque da manipolazioni genetiche.

Sebbene siano stati messi a punto diversi strumenti per verificare la buona qualità degli OGM e degli alimenti che li contengono o da essi derivati, esiste attualmente molta diffidenza verso il loro consumo su larga scala, questo perchè, trattandosi di organismi del tutto nuovi, non esistenti in natura, è difficile prevedere quale impatto avrà la loro diffusione. Organismi geneticamente modificati più resistenti potrebbero ad esempio sostituirsi a quelli già esistenti in natura, esiste la preoccupazione che i cibi manipolati geneticamente possano causare allergie e intossicazioni o aumentino il numero di batteri resistenti agli antibiotici.

La coalizione “Italia-Europa liberi da OGM” costituita da trenta associazioni di artigianato, consumatori, agricoltura, piccola e media impresa, ambientalismo, scienza, cultura e cooperazione internazionale, ha organizzato un’iniziativa di consultazione popolare, conclusasi lo scorso Novembre, volta ad impedire l’introduzione degli OGM nel nostro paese. Infine secondo i dati del sondaggio Eurobarometro , la gran parte dei cittadini europei si dichiarano contari e preoccupati per la presenza di OGM negli alimenti.