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Carcinoma gastrico con metastasi inoperabile e chemioipertermia, risponde oncologo

 Carcinoma gastrico con metastasi linfonodali ed epatica. Inoperabile. Una diagnosi dura e difficile da accettare e da comprendere. L’obiettivo diventa quello di far stare il proprio caro bene il più a lungo possibile nella consapevolezza di non volersi arrendere, di fare il massimo per il raggiungimento di tale scopo. E’ questo il tema del quesito giunto alla nostra redazione per la rubrica Chiedi all’esperto: consulti online su Medicinalive.

Ancora una volta si parla di chemioterapia, ma in una sua innovativa formula, la chemioipertermia, nello specifico intraperitoneale ed intraoperatoria.  Leggiamo insieme il quesito e la risposta del nostro oncologo di fiducia, il dottor Carlo Pastore.

Descrizione dettagliata del problema:

“Salve, scrivo questa e-mail per esporVi il caso di mio papà, per cercare di capire quale possa essere il percorso giusto da intraprendere. Mio padre è stato dimesso dall’ospedale di Arezzo con il seguente referto:

Carcinosi peritoneale da adenocarcinoma del corpo-antro gastrico con metastasi linfonodali ed epatica all’ilo determinante ittero ostruttivo sottoposto a palliazione mediante posizionamento di drenaggio biliare interno-esterno”.

Il paziente qui ad Arezzo è stato giudicato inoperabile e il primario del reparto di gastroenterologia dove era stato ricoverato ci ha sconsigliato ogni forma di chemioterapia, ritenuta inutile da lui e dall’oncologo che è stato chiamato per valutarlo.

Sono stati contattati da noi familiari altri oncologi, con pareri molto discordanti tra loro. Noi familiari comprendiamo purtroppo lo stato molto avanzato della malattia, siamo stati informati sulle ridotte aspettative di vita del paziente, ma vogliamo tentare di fare qualcosa per lui, non ce la sentiamo di lasciarlo senza provare, anche se siamo coscienti della gravità della situazione e la cosa che più abbiamo a cuore è che non soffra.

Gli oncologi che abbiamo contattato ci hanno confermato l’impossibilità di un intervento chirurgico, ma la possibilità di fare una chemioterapia (da impostare in base al valore HER2 peritoneale ancora da conoscere) una volta che siano scesi i valori della bilirubina, attualmente a 6 ml/dl. Un oncologo ci ha detto che deve scendere almeno a 3, un altro a 4,5 -5 .

Vi chiedo un consiglio sul percorso da intraprendere, perchè abbiamo incontrato pareri molto diversi tra loro e anche noi familiari siamo molto confusi sul da farsi, pur essendo consapevoli della gravità. Perlomeno vogliamo provare a fare qualcosa e vi chiedo un consiglio su qualche centro specializzato, su qualche chemioterapia sperimentale se esiste e dove, qualcosa su cui possiamo sperare.

Su internet ho anche letto che esistono degli ospedali in Italia dove vengono effettuati interventi chirurgici al peritoneo associati a chemioipertermia e volevo cercare di capire se questo tipo di intervento potesse essere compatibile con la patologia di mio padre. Vi ringrazio anticipatamente, cordiali saluti.”

Specializzazione: oncologia

Tipo di Problema: carcinoma gastrico con interessamento peritoneale

La risposta è del dottor Carlo Pastore, oncologo, chemioterapista ed esperto di ipertermia capacitiva oncologica:

” Gentile Sig.ra, la condizione descritta in effetti è quella di una patologia avanzata nella quale obiettivo realistico è di far stare il paziente il meglio possibile, il più a lungo possibile. La chirurgia non è praticabile da quanto leggo per il coinvolgimento di più distretti (stomaco, linfonodi, fegato, peritoneo). Anche  un approccio in chemioipertermia intraperitoneale con peritonectomia non è praticabile (per tipo istologico e per estensione anche extra peritoneale).

Il valore idoneo di bilirubina per poter intraprendere un trattamento chemioterapico di fatto sarebbe entro 2 al fine di non esitare in una eccessiva tossicità sistemica per difficoltà epatica nello smaltimento dei farmaci; anche 3 comunque può considerarsi valore idoneo impostando una adeguata terapia di supporto sistemica e trattando con estrema attenzione.

La valutazione dell’ her2 serve per verificare se è possibile aggiungere alla terapia farmacologica antiblastica che si imposterà, un farmaco a bersaglio molecolare denominato trastuzumab. La valutazione dell’her2 si può effettuare su un campione di tessuto tumorale prelevato in uno dei vari distretti corporei coinvolti dalla malattia.

Si potrebbe pensare di abbinare al trattamento chemioterapico che si imposterà della ipertermia capacitiva profonda a radiofrequenza al fine di sinergizzare con esso. Cari saluti.

Dr. Carlo Pastore, oncologo – www.ipertermiaitalia.it”

Se avete altri quesiti da porre visitate la pagina Chiedi all’esperto: consulti online su Medicinalive e riempite il form in base alla specializzazione che vi interessa.

Ricordiamo che non si effettuano diagnosi online e non si prescrivono terapie : Medicinalive e gli esperti coinvolti propongono contenuti a scopo esclusivamente informativo, che mai, in nessun modo possono sostituire una visita specialistica diretta o il rapporto con il proprio medico curante, le uniche basi attraverso cui dopo una diagnosi certificata ed una visita clinica è possibile prescrivere un qualunque trattamento.

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