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Metastasi ossee e al fegato, che fare?

Richiesta di Consulto Medico su metastasi ossee e al fegato
Salve, volevo chiedere un parere per quanto riguarda la malattia di mia zia. Ha 66 anni e circa 4 anni fa ha subito un intervento di mastectomia parziale perché aveva il tumore al seno, e ha effettuato la radioterapia e la chemioterapia leggera. A febbraio, ha cominciato a lamentare dolore alla schiena e facendo una scintigrafia ossea è risultato che ha delle metastasi ossee e tramite infusione endovenosa le hanno somministrato il farmaco Zometa per rinforzare le ossa ed ha eseguito la terapia antidolorifica arrivando anche allo somministrazione di morfina. A maggio rifacendo vari controlli è risultato che gli organi non erano compromessi. A settembre ha ripetuto una TAC completa ed è risultato nel referto che numerose lesioni focali ipodense si segnalano a carico del parenchima epatico dal II° all’VIII° segmento epatico del diametro da 7 a 22 mm da riferire a metastasi. ……

 

 

..….E riguardo la TAC allo scheletro assiale è risultata la presenza di grossolane alterazioni strutturali di tipo misto a carico del rachide, delle coste, dello sterno e del bacino da riferire a metastasi. Mia zia sta proseguendo con la cura antidolorifica e la somministrazione di clexane 4000. Circa 5 giorni fa è stata ricoverata nel reparto di medicina nucleare e ha eseguito un’infusione endovenosa di radioattivi per le ossa. Mia zia si presenta itterica,e presenta urine scure, ma mangia normalmente e non ha alcun disturbo alimentare. Lamenta solo dolore alle ossa. Vorrei un consiglio sul da farsi, poiché l’oncologo che la segue non ha dato buone speranze e ha detto che c’è poco da fare per quanto riguarda il fegato e le ha dato pochi giorni di vita. Vorrei sapere un vostro parere su quanto detto. Grazie in anticipo.

 

 

Specializzazione: Oncologia
Tipo di Problema: Metastasi ossee e metastasi epatiche dopo tumore al seno. Cosa fare?

 

Risponde il Prof. Carlo Pastore oncologo e chemioterapista, consulente per l’area oncologica e per l‘ipertermia capacitiva per l’Hilu Medical Center (Marbella, Spagna) e presso il Centro di Medicina Integrativa in Malaga (Spagna), nonché responsabile della divisione di oncologia medica ed ipertermia oncologica della Casa di Cura Villa Salaria in Roma, membro dell’ESHO (European Society for Hyperthermic Oncology). Per contatti www.ipertermiaitalia.it

 

 

Gentile Utente, purtroppo la condizione non appare delle migliori. Soprattutto per il fatto che la Paziente si presenta itterica. Premesso che occorrerebbe conoscere almeno il valore della bilirubina totale, si dovrebbe verificare in ecografia se c’è una massa tumorale in particolare che comprime la via biliare principale e se questa è superabile con uno stent. Questo servirebbe, se si potesse fare, per ridurre i valori della bilirubina nel sangue che generano ittero ma anche tossicità sistemica ed impediscono di fatto una qualunque terapia specifica. Esistono inoltre sostanze epatoprotettive che possono essere utili quali ad esempio glutatione, acetilcisteina, ademetionina. Utile dosare anche il valore di albumina nel sangue; un valore basso sarebbe opportuno migliorarlo per la condizione generale.
Cari saluti
Prof. Carlo Pastore, oncologo

 

 

 

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