La preferenza accordata dalla stragrande maggioranza delle persone ai cibi ricchi di calorie come i dolci e gli alimenti che contengono carboidrati, come il pane e la pasta, non sarebbe dettata soltanto dal fatto che questi rappresentano una vera e propria delizia per il palato, ma è guidata da meccanismi cerebrali che hanno a che vedere con le dinamiche della gratificazione e della ricompensa. La scoperta è di un gruppo di ricercatori guidati dal dottor Ivan de Araujo del Duke University Medical Center negli USA.
Il meccanismo cerebrale che conduce verso la scelta di cibi più calorici, a prescindere dal loro sapore, è stato identificato nel corso di una ricerca condotta su cavie di laboratorio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Neuron. Tale meccanismo, che pure avrebbe la funzione di regolare la quantità di calorie giornaliere assunte, potrebbe essere alla base di molti casi di obesità. I ricercatori hanno scoperto infatti che a dare piacere non è tanto il sapore dei cibi ma il loro contenuto calorico, mentre il gusto sarebbe semplicemente un elemento aggiuntivo alla ricerca della vera fonte di gratificazione rappresentata dall’assunzione di calorie. Consumare cibi molto calorici segna infatti un aumento dell’ormone dopamina, particolarmente attivo in situazioni di benessere, più dell’assunzione di cibi dolci ma ipocalorici.
Secondo gli esperti questo spiegherebbe come mai molte persone obese, o in sovrappeso, continuino a mostrare una netta preferenza per i cibi ipercalorici anche quando posti davanti all’alternativa di consumare cibi ugualmente gradevoli ma con meno calorie. La scoperta che potrebbe segnare un notevole passo avanti nella lotta contro l’obesità rappresenta sicuramente un progresso verso la comprensione del funzionamento, ancora per certi versi misterioso, del nostro cervello. Il meccanismo individuato infatti avrebbe a che vedere con la capacità ancestrale di riconoscere i cibi maggiormente calorici e, quindi, più utili per la sopravvivenza.