Il potere guaritore di molte delle piante che riempiono gli spazi dei nostri giardini lascia ben sperare anche i maggiori scienziati del campo. Dopo una serie di studi durati diversi mesi, i ricercatori dell’Università Toyama, in Giappone, sono riusciti a dimostrare che, per ora la conferma arriva dai topi utilizzati come cavie, la camomilla è in grado di prevenire alcune delle complicazioni tipicamente associate al diabete di tipo 2, quali la perdita o il netto calo della vista e il danneggiamento dei reni con relativa perdita della sensibilità. Il diabete di tipo 2 insorge di solito in una fase della vita e dell’età avanzata ed è associato ad una vita sedentaria e all’obesità ed è ovviamente in crescita nel mondo sviluppato che vive i problemi di peso come una delle patologie più preoccupanti e di diffusione crescente.
Atsushi Kato, uno dei ricercatori a cui era affidato il compito di vagliare la sostenibilità della tesi, ha somministrato estratto di camomilla a un gruppo di topi diabetici per 21 giorni certificando e mostrando una notevole riduzione dello zucchero nel sangue e una ridotta attività di vari enzimi tipicamente associati alla malattia. Anche se i ricercatori avvertono che non é ancora il caso che i diabetici aumentino il loro consumo di camomilla, la ricerca sembra promettere di sviluppare nuovi medicinali.