Tirare tardi con gli amici trascorrendo una serata fuori, ma anche andare a dormire tardi standosene in relax a casa è un abitudine controproducente per il cervello. Infatti, giorno dopo giorno, il sonno perso si accumula e si trasforma in un debito cronico che riesce difficile recuperare con gravi conseguenze sulle perfomance intellettuali e sulle funzioni del cervello.
Addirittura, sembrerebbe essere più danno il debito cronico di sonno, che si instaura nel lungo periodo, piuttosto che trascorrere intere notti in bianco. Questo, almeno, secondo un ultimo studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston.
Se si dorme poco, ovvero meno di 6 ore per notte, tempo minimo per dare al corpo la possibilità di “rigenerarsi”, e ciò si protrae per più giornosi rischia di non essere al top durante il giorno per svolgere le normali attività. Una scoperta, quella della ricerca condotta da Cohen che non farà sicuramente piacere ai tanti nottambuli e a coloro che amano fare le ore piccole, una tendenza spesso diffusa tra la popolazione, dai più grandi ai più piccoli, che durante il giorno si dedicano a varie attività a discapito del risposo notturno.
Inoltre, la ricerca ha evidenziato che nel caso in cui si resta svegli per 24 ore basta una dormita di circa 10 ore consecutive per recuperare, mentre nel caso in cui si dorma circa meno di 5-6 ore al giorno per più giorni non basta una lunga dormita.
Lo studio indaga infatti gli effetti del debito cronico di sonno in confronto a quelli della perdita di sonno acuto, ad esempio per una nottata di veglia, che sono diversi ed ancora più gravi. La reponsabile di questo effetto negativo che comporta anche l’indebolimento delle capacità mnemoniche e di apprendimento, sarebbe una molecola, l’ adenosina, che viene prodotta proprio dal cervello in queste situazioni.
Dormire almeno 8 ore per notte, insomma, è una condizione imprescindibile per essere sempre svegli e scattanti durante le ore diurne.
[Fonte: Il Corriere.it ]