La notizia non è tra le più confortanti del momento: l’influenza A H1N1 non è ancora del tutto scomparsa (anche quest’anno nella vaccinazione antinfluenzale, è stata presa in considerazione), ma soprattutto sembra essere diventata resistente all‘oseltamivir (Tamiflu-Roche), uno degli antivirali finora maggiormente utilizzati per combatterla sia a livello preventivo che di cura. A delineare questo dato un articolo in uscita sul prossimo numero della rivista scientifica New England Journal of Medicine, redatto da alcuni specialisti dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). I casi di resistenza evidenziati, sono frutto del sistema di sorveglianza contro l’influenza e fanno rifererimento alla stagione influenzale attuale, che in Australia si è appena conclusa.
Si tratta di una conferma, un aumento di resistenza dei virus mutati (così come avviene anche per l’antibiotico-resistenza) rispetto alle evidenze scientifiche pubblicate in precedenza. Già uno studio pubblicato nel giugno del 2009 su Nature Biotecnology aveva sottolineato la necessità di affiancare alle scorte di oseltamir/tamiflu, anche ulteriori farmaci antivirali, come lo zanamivir (Relenza) a causa di una resistenza dei ceppi virali stagionali da H1N1. Il tutto è stato poi confermato nel dicembre dello scorso anno anche dall‘OMS. In realtà, quello che meraviglia non è tanto la resistenza al farmaco, ma la rapidità con cui i virus stagionali si sono modificati per resistere al “farmaco” nemico.
Ma l’anomalia per noi comuni mortali quale è in questa notizia? Solitamente si ricorda che per l’influenza non c’è una terapia, gli antibiotici servono solo per le infezioni batteriche, mentre sia l’influenza stagionale che, ad esempio il comune raffreddore, sono dovuti a virus. Le raccomandazioni che continuamo a darvi noi di Medicinalive, come pure tutti gli altri media anche e soprattutto attraverso le parle dei maggiori esperti italiani è di stare a riposo ed aspettare che l’influenza faccia il suo decorso. In realtà si tratta di consigli giusti, anche se farmaci antivirali esistono, proprio come il Tamiflu e sono utili per combattere i virus influenzali di tipo A e B. Non c’è però una grande attenzione in questo senso, perché si tratta di farmaci con importanti effetti collaterali (sconsigliati ad esempio nei bambini piccoli) e soprattutto non sempre efficaci, a causa della mutabilità dei virus. Da riservare dunque solo a chi ha grandi rischi nelle complicanze influenzali.
Un altro problema è dato dal fatto che questi farmaci antinfluenzali vanno somministrati entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, per avere un’efficacia minima e necessitano di prescrizione medica. Non sempre i due fattori sono compatibili, ma soprattutto, dai primi sintomi al malessere generale dell’influenza in corso passano solitamente più di due giorni. Allora che fare? Chiedere l’opinione al proprio medico curante sia come forma di prevenzione (se un familiare ha avuto l’influenza, per proteggere gli altri potrebbe essere utile l’assunzione di un antinfluenzale, che non va a sostituire però la vaccinazione) che di terapia. In commercio oltre al Tamiflu ci sono altri medicinali a cui il virus A H1N1 sembra essere sensibile: il Relenza ( Zanamivir ), la Flumadine ( Rimantadina ) e Symmetrel ( Amantadina ). Tutti con rigorosi effetti collaterali. Dunque, a meno che non vi troviate in condizioni di salute particolari ed il vostro medico ve lo suggerisca e vista la “resistenza del virus”, affidatevi alla “tradizione” aspettate che l’influenza passi da sola.
Foto: Thinkstock