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Neonato muore: i genitori, diverbio tra ostetriche

Non è possibile, un neonato è morto al Policlinico Casilino di Roma. Secondo la versione dei genitori, questa volta a litigare sull’opportunità di un taglio cesareo sono state due ostetriche. Nella giornata delle scuse per i fatti di Messina da parte del Ministro per la Salute Fazio, che ha dichiarato la sua intransigenza al riguardo, ecco che spunta un altro caso di presunta malasanità.

Il bambino è morto a due giorni dalla nascita. I genitori di 30 e 26 anni chiedono chiarezza ed eventuale giustizia. La donna era giunta in ospedale con due settimane di anticipo rispetto ad un cesareo programmato, manifestando forti dolori addominali.

Le due ostetriche avrebbero avuto un diverbio sull’opportunità dell’intervento chirurgico. Il padre del bambino ha percepito che ci fosse di mezzo un cambio di turno.

Nel frattempo la donna continuava a soffrire e solo dopo molte insistenze si sarebbe ottenuto il cesareo. Il piccolo è così venuto al mondo alle 20 e 47 e dopo poco è stato intubato per problemi respiratori.

La mattina successiva i genitori sono stati messi al corrente del fatto che il bambino era riuscito a togliersi il tubo, una versione che desta ovviamente perplessità.

Dopo 2 giorni l’aggravarsi della situazione e la morte avvenuta in attesa di un’ambulanza che portasse il cucciolo al Policlinico Umberto I°.

Secondo i responsabili del Policlinico Casilino, non ci sarebbero state negligenze ed il decesso del bambino sarebbe stato conseguenza di una probabile malattia metabolica, di cui soffrirebbe anche il fratellino.

Si dicono tranquilli per gli accertamenti della magistratura e sono convinti che i due giovani genitori si siano lasciati “influenzare” dai fatti messinesi.

Non mi tornano i conti, forse sbaglio, ma il bambino romano è nato il 26 Agosto ed è deceduto il 28, mentre il piccolo siciliano rischiava la vita nascendo.

Una coincidenza pazzesca. Anche in questo caso attendiamo i riscontri.

I due ginecologi litgiosi nel frattempo si sono dichiarati l’uno vittima dell’altro, dimostrando di non essere minimamente consapevoli della gravità del loro comportamento. Le vittime sono altre.

Avendo vissuto la sala parto più di una volta, posso dire che anch’io sono stata abbandonata a me stessa nel corso di un cambio turno. Ho suonato il campanello inutilmente per 15 minuti, mentre era scomparso il battito del bambino. Fortunatamente si era solo staccata la placca del monitoraggio.

Ma non mi venissero a dire che tutto è sempre perfetto. Ci tengo però a precisare la mia convinzione: si tratta di casi limite e rari, ma che mettono comunque in ansia tante donne in procinto di partorire e alla gogna tanti medici ed ostetrici bravi ed accorti, che sono comunque la maggioranza.

[Fonte: Corriere-Roma]