Il melanoma è un tumore grave della pelle che riguarda 7000 nuovi casi ogni anno. L’unico modo per combatterlo è effettuare velocemente la diagnosi e fare attenzione alle scottature da sole ma anche all’uso delle lampade abbronzanti. Anche l’attività lavorativa ha il suo peso: diversamente da chi lavora continuamente all’aperto, perciò ha un’abbronzatura data dalla costante esposizione al sole, chi lavora in ambienti chiusi e poi si espone improvvisamente per brevi ma intensi momenti ai raggi solari incorre in un rischio più elevato di contrarre il melanoma cutaneo.
I tumori della pelle rappresentano un vero e proprio nemico della popolazione bianca, quella di ceppo europeo, detta anche dei caucasici poiché è di pelle chiara rispetto alle altre etnie. Infatti i maggiori tassi di incidenza si riscontrano nelle aree soleggiate con popolazione dalla pelle particolarmente chiara. In Italia, ad esempio, le regioni settentrionali soffrono di una mortalità dovuta al melanoma cutaneo, doppia rispetto alle regioni meridionali. Per quanto riguarda la zona del corpo più colpita, gli aumenti registrano una maggior presenza sulle gambe e in modo più marcato per le donne.
Dunque la prevenzione può agire efficacemente in tre casi: essere attenti a non prendere o a non far prendere gravi scottature ai bambini al di sotto dei 15 anni, cercare di fare a meno delle lampade abbronzanti e riguardarsi bene dall’esporsi in maniera “violenta” ai raggi solari perchè il tutto è peggiorato in maniera grave dal cosiddetto “buco dell’ozono” dell’atmosfera che aumenta la radiazione ultravioletta B (raggi UVB) che arriva sulla terra.
Ma molti risultati positivi fanno sperare nel ricorso alla diagnosi. E’ in aumento l’incidenza dei melanomi ma, attenzione, si tratta dei melanomi sottili e non di quelli spessi che più difficilmente sono guaribili, sono quelli che si trovano in profondità che mettono molto più a rischio la vita del paziente. I progressi diagnostici, invece, stanno facendo riscontrare un notevole numero di melanomi asportati precocemente, ovvero di interventi sul melanoma che vanno a buon fine. Dunque sarà meglio dubitare di “strani nei” o macchie sulla nostra pelle! La diagnosi ci dirà la verità. E oggi vi è anche l’epiluminescenza digitale, cioè una tecnica diagnostica non invasiva, che non danneggia per niente il paziente, ma che offre una migliore diagnosi sulle lesioni pigmentate cutenee (nei, epiteliomi, …). Essa può anche memorizzare le immagini del singolo neo, in modo da tenerlo anche sottocontrollo.