Confermate le proprietà terapeutiche di questa ‘medicina naturale’ che svolge un’azione antibatterica e favorisce la rigenerazione cellulare: il miele? Un rimedio dolce ed efficace, anche contro l’ulcera. Già nell’antichità veniva usato per curare le ferite, Greci e Romani se ne servirono per combattere mal di testa e mal di gola. Oggi la scienza ne conferma l’efficacia al microscopio. Uno studio dell’Università di Pisa ha rilevato che svolge un’azione batterica contro alcuni microrganismi responsabili di numerose infezioni, quali lo Staphylococcus aureus, Pseudomanas aerunginosa ed Helicobacter, il batterio che provoca l’ulcera, una malattia molta diffusa nella nostra società – ultima vittima illustre in ordine di tempo il popolare attore Massimo Ciavarro che ha dovuto abbandonare il reality show “L’isola dei Famosi” in seguito ad un attacco perforante e acuto.
“Dai nostri studi, ancora in una fase preliminare – afferma il dottor Roberto Barale, genetista a Pisa – si evince dopo approfonditi esperimenti in vitro che il miele è in grado di uccidere questi organismi”. Proprietà confermate anche da un secondo studio, questa volta condotto dall’Università di Ottawa (Canada), che ha ottenuto un risultato analogo: il miele è un ottimo deterrente anche contro lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, un batterio particolarmente temibile perché invulnerabile agli antibiotici usati per combatterlo.
“Pensiamo che all’origine dell’azione antimicrobica ci siano i polifenoli, presenti in quantità maggiori nei pilei di colore scuro”, precisa Barale. Ma le novità su questo prezioso alimento non finiscono qui, è un fiorire di analisi e studi sulla sostanza prodotta in maniera naturale della api: una terza ricerca dell’Università di Auckland (Nuova Zelanda) ha valutato l’azione del miele su ustioni e ferite. La conclusione è che il miele accelera la guarigione delle ustioni, ma su ferite di altro tipo la sua azione resta controversa. “Il miele sembra favorire la rigenerazione cellulare: per questo è molto utile per combattere le bruciature”, conclude Roberto Barale.