Influenza al picco di incidenza, ma anche raffreddore, bronchiti, tonsilliti e chi più ne ha ne metta. Con molta pazienza noi mamme ci abituiamo ad affrontare queste tremende giornate con i bimbi malati, rimbalzando tra un termometro, l’aerosol, le supposte e il telefono sempre occupato del pediatra. E la domanda nasce spontanea:
“Come si sarà ammalato? Eppure l’ho coperto bene per mandarlo a scuola, è lì che ha preso freddo?”
Care amiche state tranquille perché la colpa della diffusione di virus e batteri non sta di certo nella sciarpa dimenticata in classe! Ce lo spiegano gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in una nota diramata in queste ore di freddo e gelo.
E’ vero che in questo periodo c’è il picco influenzale e di polmoniti, bronchioliti, otiti, placche alla gola e company, ovvero delle malattie dell’apparato respiratorio, nei bambini e non. Ma è pur altrettanto vero che nei Paesi più freddi del nostro, l’incidenza di queste malattie non è maggiore. Il freddo infatti è solo la causa indiretta: sono gli ambienti chiusi in cui soggiorniamo maggiormente, per ripararci dalle rigide temperature esterne, a favorire la circolazione di virus e batteri: un colpo di tosse o lo starnuto di un bambino in una classe è molto probabile che contagi almeno un compagno. Dunque? Laddove possibile (dalla scuola non si scappa) è preferibile portare i bambini in un giardino pubblico a giocare all’aperto (sempre ben coperti ovviamente) piuttosto che riunirli al calduccio in una casa. Soprattutto in questa settimana di picco influenzale.
Spiega il dottor Antonino Reale, responsabile del Pronto Soccorso ed Emergenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
“In tal modo diminuiranno le occasioni di entrare in contatto con i virus che attaccano le vie respiratorie. Vanno comunque tenute presenti alcune cose importanti: più i bambini sono piccoli e maggiori sono le difficoltà a mantenere una corretta termoregolazione. Nei più grandi invece vengono messi in atto dei meccanismi difensivi come la vasocostrizione periferica (le manine e i piedini potranno apparire un po’ più scuri per non disperdere il calore), i brividi o l’aumento della motilità degli arti per produrre maggior calore.”
Come sempre in questi contesti vestirsi “a cipolla” è la cosa migliore. Questo permette di alleggerire la copertura con facilità laddove si entra in un ambiente più caldo o viceversa. Sono gli sbalzi eccessivi di temperatura a favorire maggiormente il proliferare delle infezioni virali. Il cappello ed i guanti sono invece importanti perché evitano la dispersione di calore dalle estremità dell’organismo. E la dieta? Ci vogliono tante calorie per produrre la giusta energia termica, il giusto calore, come suggerisce la parola. Quindi l’alimentazione dei bimbi deve essere varia come sempre, ma più calorica. Occorre anche bere la giusta quantità di liquidi. Che ne dite di un bel panino al cioccolato per merenda insieme ad un latte caldo? Poi tutti in giardino a giocare.
Questo vale chiaramente per i piccini che non hanno particolari problemi di salute, come conclude il dottor Reale:
“Per i bambini con patologie croniche, quali cardiopatie o anemie croniche, in caso di freddo particolarmente intenso devono essere osservate maggiori precauzioni; è quindi sconsigliato, recarsi in montagna a quote elevate”.