Dimagrire seguendo un percorso preciso è possibile anche in vacanza, grazie alla telemedicina. Si tratta di un progetto già attivo da qualche anno ed annovera un certo numero di successi. La telemedicina applicata alla dieta dimagrante, alla lotta contro l’obesità, sembra infatti avere qualcosa in più rispetto alle cure tradizionali, ma vediamo bene di cosa si tratta, insieme al dott. Luigi Oliva specialista in scienze dell’alimentazione e responsabile scientifico del portale telemedicinaobesità.org.
“Il discorso si inserisce in un contesto più vasto, di riabilitazione nutrizionale, psico-comportamentale e motoria. La persona obesa o comunque in sovrappeso è vista nella sua interezza e per questo è valutata e seguita da un’equipe multidisciplinare: tutti insieme affrontiamo la diagnosi e seguiamo la terapia.
Il nostro progetto prevede incontri settimanali, ma avendo pazienti provenienti da tutta Italia abbiamo dovuto realizzare una piattaforma di telemedicina specifica per loro. La prima visita è comunque presso di noi e ci sono degli incontri in sede almeno ogni 30-40 giorni”.
Circa 100 pazienti in tre anni hanno avuto modo di seguire questa particolare tecnica a distanza che prevede varie funzioni: attraverso il mezzo telematico, ovvero un pc che si collega al sito internet dedicato, il paziente riceve delle schede didattiche sugli alimenti, il concetto di dieta, l’attività fisica ecc. nonché i consigli nutrizionali e motori in base ai suoi progressi ed un supporto psicologico.
Il sito è interattivo. C’è la cartella clinica personale che consultabile in qualunque momento. Qui il paziente può creare dei grafici per valutare i suoi progressi, ma soprattutto può scrivere i propri pensieri, le ansie, le difficoltà. E riceve una risposta immediata dagli specialisti in sede, se in orario di ambulatorio. Il dott. Oliva ci tiene a specificare:
“La telemedicina è un valore aggiunto, non una terapia a se stante. Il bello è che le persone che si siedono al computer per inserire i propri dati, i dubbi che hanno, le aspettative ecc. stanno facendo una cosa importante: dedicano del tempo a loro stessi. In più riflettono sulla patologia che li colpisce, imparano ad autovalutarsi.”
L’obiettivo finale dell’equipe di terapeuti è proprio questo: rimettere al centro del lavoro la persona, l’individuo, l’obeso, non l’obesità. Altrimenti, non si arriva in fondo, alla riabilitazione.
Ci piace questo concetto di scienza medica che torna ad essere solistica e che mette il paziente al centro di tutto. E ci piace soprattutto per una patologia come l’obesità: complicata, di difficile accettazione anche sociale, che entra profondamente nella psiche di chi ne è affetto.
Ma è anche una malattia capace di provocarne altre: diabete, osteoartriti, malattie cardiovascolari. Non si può e non si deve abbassare la guardia.
[Fonte: Telemedicinaobesità.org]