Nei Paesi occidentali, la popolazione anziana è in costante aumento, le nascite registrano cali spaventosi, in Italia attutiti dalla ricchezza demografica e culturale degli immigrati che colmano, a conti fatti, più di un vuoto, oltre a quello dei nuovi nati, svolgendo lavori, anche di assistenza ai malati ed agli anziani, spesso snobbati dalla forza lavoro italiana.
Si vive sempre più a lungo ma spesso si vive male. Il costo delle malattie croniche, specie dei ricoveri sempre più numerosi e lunghi, grava sul sistema sanitario nazionale che arranca sotto la morsa dei tagli e vittima di un blocco del turnover preoccupante che ha spinto lo stesso Ordine dei medici a lanciare l’allarme sul rischio corsie vuote, tra appena dieci anni, se non si sopperisce immediatamente alla formazione di una nuova classe medica. E certo non è di alcun aiuto il licenziamento dei medici precari di fine 2010 che apre un’ulteriore voragine nella già lacunosa sanità pubblica.
Ebbene, un recente studio effettuato dal dottor Soeren Mattke dell’organizzazione no-profit RAND, spiega come sopperire alla mancanza di personale medico tagliando al contempo la spesa sanitaria pubblica, semplicemente avvalendosi e potenziando ulteriormente le tecnologie che consentono l’assistenza domiciliare.
Lo studio rileva che una vasta gamma di parti interessate all’assistenza sanitaria concorda sul fatto che l’espansione degli strumenti sanitari a domicilio potrebbe dare ai pazienti una maggiore capacità di auto-gestire le malattie, in collaborazione con i medici, e contribuire a migliorare la loro salute ed il benessere generale.
A pensarci bene, spesso si rimane in ospedale per dei semplici controlli e per un lavoro di monitoraggio che potrebbe facilmente essere effettuato anche a distanza, grazie ai nuovi strumenti di rilevazione che trasmettono i dati del paziente direttamente sullo schermo del medico, consentendogli di intervenire solo quando i valori fanno registrare delle anomalie.
Tuttavia, spostare le cure a domicilio sarebbe un cambiamento epocale nella struttura dell’assistenza sanitaria, svolta che può essere compiuta solo se si raggiunge il consenso tra i pazienti, gli operatori sanitari, le assicurazioni ed i responsabili politici.
I risultati della ricerca provengono da uno studio globale dei bisogni, delle aspettative e delle priorità in materia di assistenza sanitaria a domicilio tra le principali parti interessate. condotto in sei Paesi – Cina, Francia, Germania, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti. I ricercatori hanno condotto una serie di interviste a funzionari di governo, legislatori, fornitori, assicuratori, produttori, distributori e associazioni di pazienti, nonché la revisione di ricerche già esistenti sull’assistenza sanitaria a domicilio.
La conclusione è che il futuro dell’assistenza sanitaria appare necessariamente orientato verso la telemedicina, con l’utilizzo di un ampio spettro di strumenti diagnostici di base, come i misuratori di glucosio, per citare solo un esempio.
Tuttavia, nonostante la promessa di ampliare l’assistenza domiciliare sanitaria, l’adozione di queste tecnologie deve ancora e stenta a superare una serie di barriere, soprattutto i timori spesso ingiustificati sull’effettiva efficienza delle nuove tecnologie nonché i prezzi delle apparecchiature di ultima generazione non ancora abbordabili per la distribuzione su larga scala, fattori che ostacolano il passaggio a nuovi modelli di erogazione delle cure che tuttora procede a rilento.
I passi per attuare questa rivoluzione prevedono il potenziamento ed il finanziamento massiccio della telemedicina, l’invito e gli incentivi ai produttori dei nuovi strumenti a stabilire prezzi accessibili e dunque una maggiore concorrenza, campagne di comunicazione ed informazione sull’utilizzo degli apparecchi e, ultimo ma non da meno, la formazione di una nuova figura di medico, non più erogatore di cure in chiave paternalistica, quanto piuttosto compagno di viaggio che affianchi il paziente in un percorso verso la guarigione e la gestione della malattia che lo veda protagonista e sempre meno dipendente da medici ed ospedali per operazioni di routine e monitoraggio.
Il supporto per lo studio è stato fornito dalla Royal Philips Electronics, leader globale nella tecnologia di assistenza sanitaria a domicilio.
Il rapporto completo Health and Well-Being in the Home: A Global Analysis of Needs, Expectations, and Priorities for Home Health Care Technology è disponibile all’indirizzo www.rand.org.
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