Un trapianto di pancreas eseguito per la prima volta al mondo con l’ausilio del robot Da Vinci. E’ accaduto a Pisa ed è servito per salvare la vita ad una donna di 43 anni, affetta da diabete giovanile (o diabete di tipo 1). In genere l’intervento tradizionale è molto rischioso perché altamente invasivo: dura tra le 4 e le 5 ore e si effettua attraverso un taglio lungo tutto l’addome. Questo tipo di trapianto comporta molti rischi, anche per la fragilità del paziente che vi si sottopone, provato dal diabete. Nel 50% dei casi purtroppo si assiste a serie complicanze post operatorie.
La signora sottoposta all’intervento in questione è stata dimessa già da qualche giorno, dopo un mese di normale decorso post chirurgico. I rischi peggiori sembrano dunque essere finalmente scongiurati utilizzando Da Vinci. Ma come? Il robot rappresenta l’ultima generazione della chirurgia mininvasiva e laparoscopica. Grazie al suo utilizzo l’operazione è durata tre ore ed è stata caratterizzata da piccoli buchi sull’addome (tipici della laparoscopia e necessari al passaggio degli strumenti) e da un taglio di soli 7 centimetri attraverso cui far passare il nuovo organo (un pancreas prelevato da donatore cadavere).
Da Vinci è costituito da braccia meccaniche che un chirurgo esperto muove attraverso una consolle che si avvale di un monitor tridimensionale ed un joystick. I movimenti del braccio robotico possono essere minimi e comunque di alta precisione, spesso impossibili per la mano umana: da qui la sua applicazione in numerosi campi, a partire dagli interventi per il tumore alla prostata, per finire appunto ai trapianti.
A dirigere il robot e l’equipe di circa 10 persone tra medici ed infermieri, in questo trapianto, la scienza e l’esperienza del prof. Ugo Boggi Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti nell’Uremico dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa che ha così commentato soddisfatto:
“Con questo intervento si pone fine a una diatriba durata decenni sull’opportunità o meno di trapiantare il pancreas a causa dell’altissima invasività dell’intervento chirurgico di tipo tradizionale”.
Il chirurgo sta per partire per gli Stati Uniti, dove illustrerà la sua tecnica ai colleghi. In Italia sono molte le strutture ospedaliere che si sono dotate del Da Vinci, star assoluta della chirurgia robotica. Anche in altri campi, la medicina si avvale con successo di robot.
[Fonte: La Nazione]