I fumatori accaniti, almeno quelli francesi, sarebbero più preoccupati delle ricadute negative del vizio del fumo sul proprio budget che sulla propria salute. A svelarlo un’indagine svolta in Francia dai Laboratoires Dr. Gaetano Zannini nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione contro il tabagismo. Un’iniziativa analoga ha preso il via anche nel nostro paese lo scorso 31 maggio in occasione della Giornata mondiale senza tabacco.
L’inchiesta transalpina denominata “Notobacko Grand Test”, partita nel 2007 e conclusasi all’inizio del mese di maggio appena trascorso, ha coinvolto 94mila uomini e donne francesi forti fumatori, il 37% dei quali giovani fra 25 e 34 anni. Mentre per tutti i partecipanti al sondaggio più che l’assuefazione alla nicotina sarebbe l’abitudine di stringere la sigaretta tra le dita ad impedire l’addio alle pericolose bionde, per le donne ad incidere sulla scelta di continuare a fumare sarebbero timori legati al mantenimento della linea.
Le fumatrici temono infatti che smettere significhi prendere peso e tanto basterebbe per indurle a trascurare i rischi di patologie dell’apparato respiratorio, e a non tener conto del fatto che se è vero che il fumo ha proprietà “spezzafame” che aiutano a tenere a bada i chili di troppo, d’altro canto ha effetti nocivi sulla bellezza e sulla salute di pelle e capelli. Mentre il prezzo delle sigarette è ritenuto un buon motivo per smettere di fumare da molti fumatori accaniti. Dove non può la preoccupazione per la salute può quella per il denaro speso, insomma.
Come accennato, l’iniziativa è stata importata anche nel nostro paese su sollecitazione di Luigi Allegra, direttore dell’Istituto di malattie dell’apparato respiratorio dell’università degli Studi di Milano. Per consentire ai fumatori italiani di dire la propria in merito è stato attivato il sito internet www.notobackograntest.com, mentre da settembre l’iniziativa riguarderà anche alcuni studi medici e farmacie dove sarà possibile partecipare al sondaggio. Fra gli obiettivi, afferma Allegra, capire le relazioni tra “comportamenti e rischio di malattie”.