Finora la chemioterapia, nonostante i suoi frequenti effetti collaterali, rimane una delle cure migliori per combattere alcuni tipi di tumori. Ma la ricerca scientifica sta andando oltre, cercando di trovare alternative equivalenti che colpiscano solo le cellule tumorali, senza provocare reazioni secondarie negative. Presso l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) ieri sono stati presentati i trial clinici (cioè i dati delle prime sperimentazioni) di ben 5 studi internazionali: quelli su cui sta puntando l’International Society for Proton Dynamics in Cancer (ISPDC).
Queste ricerche hanno una particolarità in comune: tendono a combattere il micro-ambiente acido all’interno del quale il tumore si sviluppa. Mi spiego meglio: questa situazione di acidità non esiste a priori, tanto è che le cellule sane non vi sopravvivono. Al contrario tale condizione si crea progressivamente durante la crescita della neoplasia con un iniziale accumulo di acido lattico provocato dallo stesso metabolismo tumorale. In questo nuovo ambiente le cellule cancerose hanno la meglio sulle sane e la massa neoplastica comincia ad aumentare di volume.
Vediamo insieme nello specifico di cosa si occupano questi trial, attraverso le parole di Stefano Fais del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità:
“L’obiettivo è quello di colpire esclusivamente il target molecolare che provoca il tumore, agendo su questa acidità. Due studi clinici al riguardo sono stati eseguiti in Italia presso l’Istituto Tumori di Milano e l’Università di Siena, per combattere il melanoma; presso il Gruppo Italiano dei Sarcomi, con sede a Bologna invece si è testata la nuova terapia che inibisce la creazione di questa acidità micro-ambientale, per gli osteosarcomi.
Lo stesso approccio è utilizzato per combattere il tumore al seno presso la Fudan University di Shangai. Il professor Robert Gatenby del Dipartimento di oncologia integrata del Cancer Center di Tampa in Florida sta testando l’assunzione per bocca di bicarbonato per “tamponare” l’acidità.
A Tokio invece si sta provando ad utilizzare una vecchia molecola: l’arancio di acridina per combattere i sarcomi, grazie alla sua capacità di legarsi agli organuli acidi delle cellule tumorali, per poi intossicarle e distruggerle dall’interno, senza intaccare le sane circostanti. I risultati sono tutti estremamente incoraggianti, ma devono essere confermati su un numero più ampio di pazienti”.
Come sempre attendiamo buone e definitive notizie.
[Fonte: ISS]