Ai tempi del Duce si intersecavano due opinioni, nessuna delle quali suffragata da controlli scientifici o da studi epidemiologici. La prima insinuava che un po’ di pancetta, indice allora di benessere e di buona salute, fosse vantaggiosa ai fini di una vita più lunga e proteggesse da quelle malattie debilitanti, come la tbc, che facevano tanta paura. Che fosse in un certo senso il contraltare a quei poveracci che se la passavano male quanto ad alimentazione e ad agiatezze varie.
La seconda opinione invece incitava ad un fisico atletico, ai saggi ginnici, ai ludi juveniles ed obbligava psicologicamente persino i signori di mezza età alle marce militari, al salto sui cerchi di fuoco e a fasciarsi il busto di nero per farlo apparire più snello. Oggi, dopo vari decenni, le opinioni sono in gran parte cambiate alla luce dei tanti studi che hanno da un lato, precisato i limiti teorici del peso normale, del sovrappeso e dell’obesità e, dall’altro, il loro rapporto con le malattie di cuore, la pressione alta, il colesterolo e il diabete. Un insieme patologico questo cui si è data perfino un’etichetta, sindrome metabolica.
Oggi le adunate immarcescibili hanno lasciato il posto alle marce longhe. ai footing nei parchi, al ciclismo fatto in casa o fuori porta, alle palestre, ai calcetti, nella convinzione che rinforzare i muscoli e contenere il peso migliori la qualità e la quantità di vita. Ma tra molti risultati che spingono al mantenimento del peso ideale vi è anche l’osservazione che negli ultra63enni la mortalità è minore nei soggetti grassi rispetto ai normopeso e precisamente in quelli con indice di massa corporea tra i 25 e i 35.
Agli amanti della sintesi e dei messaggi utili potrei cercare come conclusione delle tante ricerche di fornirne almeno due. Il primo è che nei soggetti relativamente giovani il sovrappeso e l’obesità aumentano senza appello le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete e la mortalità. Come già si sapeva. Il secondo è che nell’anziano invece, colui che in qualche modo ha superato alcuni traguardi critici della sua esistenza, le stesse condizioni di peso eccessivo causano frequentemente disabilità fisiche, scarsa qualità di vita, aggravio nel mondo del lavoro e dell’assistenza socio-sanitaria, ma consentono un guadagno nell’aspettativa di vita, cioè vivono di più.