Problemi al cuore: ci si rivolge allo specialista quando si hanno dei disturbi, raramente per dei consigli sulla prevenzione. E questo non è positivo. Eppure quando si va dal cardiologo le domande da fare sembrano infinite. Ma quali sono le più frequenti?
“Dottore, rischio un infarto? Ma tutti questi farmaci non mi faranno male? Dovrò fare la terapia per tutta la vita? Quanto incide lo stress sul cuore?”
Sono questi i quesiti più gettonati negli studi cardiologici. Si tratta di domande normali, indicative di una giusta preoccupazione al sopravvenire di un problema cardiaco. Ce lo conferma la Dott.ssa Lorena Belardo, Cardiologa, che aggiunge:
”Ci sono dubbi e ansie un poco più curiosi, che riguardano gli stili di vita: c’è chi domanda ad esempio se può continuare a fare sauna e bagno turco, se è possibile continuare a praticare sport intensi, o se può assumere farmaci contro l’impotenza. Non mancano gli anziani (75/80 anni) che vogliono sapere se possono continuare a svolgere tranquillamente la loro vita sessuale”.
Ovviamente le risposte variano a seconda dei casi, ma l’importante è che vi sia un’attenzione alla gestione della patologia cardiaca da parte del paziente. Spesso è tardiva. Come più volte abbiamo ribadito: la prevenzione è sempre l’arma migliore. Ma esistono anche dei casi più complessi a cui spesso è difficile rispondere se si ha una certa sensibilità:
“Sono le domande che riguardano problemi cardiaci come le cardiomiopatie congenite, aritmiche o infettive del cuore, con i quali la prevenzione non può aiutarci: si possono combattere solo con terapie farmacologiche specifiche e con controlli seriati nel tempo”.
Una cosa è certa: qualunque sia la domanda che i pazienti fanno al loro medico, merita una risposta, sincera, partecipata, semplice (soprattutto se riguarda persone anziane). L’ascolto è la prima arma che un medico ha per la diagnosi, ma anche il primo dovere. E’ il consiglio prezioso della Dott.ssa Belardo.