La legge 194 sull’aborto, o meglio sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) quanto è praticata? Quali cifre per avere il punto della situazione e farsi un’idea più precisa su una normativa che ogni giorno crea polemiche e contrasti? Nei giorni scorsi il Ministro per la salute Ferruccio Fazio ha presentato al Parlamento la Relazione 2011 sull’applicazione della Legge 194/78 sui dati 2009/ 2010. Cosa ne emerge? Nel 2010 sono state portate a termine circa 115.372 IVG.
ru486
Pillola del quinto giorno, dopo l’Europa arriva anche in Usa. E l’Italia?
Tante polemiche sono state create per la cosiddetta “pillola del giorno dopo“. E allora cosa succederà se dovesse arrivare in commercio una pillola che permette di evitare di rimanere incinte fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale non protetto? Per ora nulla, visto che la richiesta alla commercializzazione è stata presentata da mesi, ma l’Agenzia del Farmaco italiana non ha ancora dato il via libera.
Ma di cosa si tratta? L’ormai nota pillola del giorno dopo è basata sull’ulipristal acetato (Ua), ha una maggiore efficacia entro le 24 ore ma può andar bene fino alle 72 ore dopo il rapporto sessuale, e riduce la possibilità di rimanere incinta per una donna da 1 su 20 a 1 su 40. Questa nuova pillola, basata su levonorgestrel, ha efficacia fino al quinto giorno e riduce il rischio di concepimento indesiderato ad una probabilità su 50.
Anche Zaia si scaglia contro la Ru486, non entrerà mai negli ospedali veneti
Cestinati manifesti e sorrisi di propaganda, all’indomani della vittoria elettorale, finalmente affiorano le opinioni dei neo-eletti presidenti regionali su alcuni temi scottanti. E così, in quello che definirei un vero e proprio accanimento cattolico o pseudotale, in uno Stato in cui la laicità se si è fortunati la si trova solo nel vocabolario come arcaismo, si viene a sapere che la pillola abortiva Ru486 è cosa sgradita a Cota, neogovernatore del Piemonte e, notizia dell’ultima ora, anche a Zaia, ex(o quasi ex) ministro dell’Agricoltura, ora presidente della Regione Veneto. Zaia ha appena dichiarato che la Ru486 non metterà piede negli ospedali veneti, seguendo a ruota Cota che, appena eletto, aveva affermato che la pillola abortiva in Piemonte sarebbe rimasta nei magazzini. E oggi il Papa ha chiesto ai cattolici di non seguire leggi ingiuste (alias quelle dello Stato italiano) prima fra tutte “l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati“. Mons. Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la Vita e cappellano di Montecitorio, ha benedetto le posizioni di Cota:
Sono atti concreti che parlano da sè e al primo atto compiuto dal neo governatore della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, va il mio plauso.
Chissà come mai non si solleva l’indignazione delle donne, in un’Italia ancora così maschilista, in cui persone non-utero dotate, e anche la Chiesa, che ben poco sa di sesso, anticoncezionali, e affini (e che poco ha da insegnare visto che la repressione degli impulsi sessuali porta alla perversione), disputano e sentenziano sul corpo femminile, su decisioni così traumatiche come l’aborto, senza avere una minima idea di cosa significhi e di quale trauma comporti.
Cota: “Terrò la Ru486 nei magazzini”
Nemmeno il tempo di essere eletto, e già Roberto Cota ha fatto il primo danno. Alla sua prima intervista ufficiale da Presidente della Regione Piemonte, il leghista ha affermato:
Cercherò di tenere in magazzino le pillole abortive arrivate in Piemonte.
Ha poi fatto un’aggiunta molto importante: “Per quanto potrò fare“. Parliamo di “danno” perché in un modo o nell’altro il neopresidente danneggia qualcuno, ed anzi, più di una categoria. Prima di tutti, danneggia coloro che l’hanno votato perché, se contro la Ru486, ha detto una falsità, corretta in extremis, in quanto il presidente di una regione non ha il potere di chiudere il mercato ad un farmaco approvato dall’Aifa; se a favore dell’aborto, l’elettore è danneggiato perché Cota non ha dichiarato in alcun modo il suo intento in campagna elettorale, probabilmente per paura di perdere voti, dato che in Piemonte ogni scheda a favore era pesantissima.
Ru486 e cytotec: facciamo il punto della situazione
“Off label”, almeno in Italia, è l’uso del Cytotec per scopi diversi da quelli denunciati dall’azienda che lo produce, in origine la Searle, poi inglobata nella Pfizer. Clandestino è l’aborto che può indurre, clandestine sono spesso le donne che vi fanno ricorso, lo dicono alcuni ginecologi che lavorano nei Pronto soccorso degli ospedali o gli addetti ai lavori dei centri di aiuto agli immigrati. Dal 19 novembre, tra inchieste parlamentari, lungaggini burocratiche e mille polemiche, è legale in Italia l’aborto farmacologico con la pillola Ru486 : ma la vita reale è corsa più veloce.
Andiamo con ordine. Il Cytotec è un medicinale a base di misoprostolo, una prostaglandina che ha ottime proprietà terapeutiche contro l’ulcera, ma che è molto utilizzata in tutto il mondo per indurre l’aborto farmacologico (da sola o per potenziare l’effetto della Ru486) o le contrazioni del parto. Chiarisce la dottoressa Silvana Agatone dell’ospedale Pertini di Roma
“Peccato che, di tutte queste indicazioni, sul bugiardino italiano non vi sia traccia. L’azienda produttrice non ne mai fatto richiesta, evidentemente vuole restare fuori da ogni implicazione politica. Da noi viene impiegato molto in ginecologia, ma si tratta di un uso improprio, per il quale potremmo anche essere denunciati.”
Aborto: sono tremila i ginecologi non obiettori in italia
Pillola del giorno dopo. Non confondentela con la pillola abortiva RU486
L’assunzione del Levonogerstrel (il nome commerciale è Norlevo o Levonelle) è indicata dopo un rapporto sessuale a rischio perchè non protetto. Questa evenienza non sempre si verifica a causa della mancata adozione di un qualunque anticoncezionale, ma può dipendere, talvolta, dal fallimento delle precauzioni adottate dalla coppia (rottura del preservativo, vomito o diarrea subito dopo avere assunto la pillola anticoncezionale classica, dubbi sul coito interrotto, espulsione della spirale). Putroppo il ricorso alla pillola del giorno dopo si può rendere necessario anche in seguito a un episodio di violenza sessuale.
Se il rapporto a rischio si è verificato prima dell’ovulazione agisce bloccandola, se invece questa è già in atto agisce in modo da evitare l’impianto dell’ovulo eventualmente già fecondato nell’utero. Se la gravidanza è già iniziata invece non ne impedisce in alcun modo il proseguimento. Nel nostro paese la pillola del giorno dopo si trova in farmacia ed è possibile acquistarla solo dietro prescrizione medica. Se vi trovate nelle condizioni di dovervi fare ricorso rivolgetevi quindi al vostro medico base o a un ginecologo, ma naturalmente è possibile ottenere la prescrizione anche presso un consultorio o al pronto soccorso. Tuttavia esiste la possibilità che il medico, per ammissione della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), si appelli alla cosiddetta clausola di coscienza se contrario per motivi etici alla prescrizione della pillola del giorno dopo e si rifiuti di prescriverla, in ogni caso però ricordatevi che è tenuto a darvi ogni chiarimento o informazione in proposito.
RU486. Da Marzo anche in Italia la pillola abortiva
La pillola abortiva non confusa con la pillola del giorno dopo, un metodo contraccettivo che ha lo scopo di prevenire la gravidanza, bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto dell’ovulo già fecondato, in seguito a rapporti a rischio perchè non protetti o per il mancato funzionamento del metodo anticoncezionale prescelto.