Le acciughe (o alici) sono pesci molto diffusi in tutto il mar Mediterraneo, ma se ne trovano abbondantemente anche nel Baltico e nell’Oceano atlantico. Appartengono alla categoria del pesce azzurro che come sapete si caratterizza per le sue preziose proprietà nutrizionali, benefiche per la salute dell’uomo. Quali sono? Ce le spiega in dettaglio la dottoressa Maria Assunta Coppola biotecnologa medica e nutrizionista.
“Dal punto di vista nutrizionale, l’acciuga si distingue dagli altri pesci per il suo elevato contenuto in calcio (148 mg/100g), ferro (2,8 g/100 g), iodio(54mcg/100g), zinco (4,20 mcg/100g), proteine (16,8g/100g), vitamina A (32 mcg/100g) ed omega-3 (790 mg/100g). Il calcio è coinvolto nei meccanismi fisiologici di coagulazione del sangue, contrattilità muscolare e trasmissione degli impulsi nervosi; inoltre come ben sappiamo, esso svolge un ruolo fondamentale nella salute di ossa e denti.
La vitamina A è invece preziosa per la vista, la crescita di ossa e denti e, infine, serve per mantenere l’integrità dei tessuti e ad impedire la degenerazione neoplastica delle cellule. Il ferro nell’acciuga è altamente assimilabile, esattamente come nella carne rossa, con il vantaggio di non essere associato ad alte quote di grassi saturi e colesterolo. Può rivelarsi utile nelle forme sideropeniche di anemia, in gravidanza e nelle donne che lamentano mestruazioni abbondanti (menorragia). Lo zinco è importante nella sintesi degli acidi nucleici, nel processo di guarigione delle ferite, nel metabolismo, nello sviluppo dei spermatozoi e nella risposta immunitaria alle infezioni.
Gli Omega-3, acidi grassi polinsaturi, nel nostro organismo invece, abbassano i trigliceridi ed i valori del colesterolo LDL (“cattivo”) senza influire sulla concentrazione HDL (colesterolo “buono”) ed infine hanno un effetto anti-aterosclerotico. Questi ultimi effetti benefici sono correlati al capostipite degli omega-3, l’acido linolenico, e al suo prodotto di catabolismo, l’acido eicosapentanoico (EPA), in grado di stimolare la produzione delle Prostaglandine della serie-3, potenti antinfiammatori, anti-aggreganti piastrinici e vasodilatatori a tutela del nostro sistema cardiovascolare”.
La cottura ideale delle acciughe per preservare tali caratteristiche?
“Al forno, condite semplicemente con prezzemolo, pomodoro e aglio. Questa preparazione semplice e gustosa è una fonte nutrizionale e antiossidante eccezionale, consigliata sia ai giovani nella fase di accrescimento, sia nel soggetto anziano o in convalescenza, per l’elevato contenuto di sali e fitochimici protettivi e rigeneranti. Spesso le acciughe vengono consumate fritte. Di tanto in tanto non è poi così pericoloso, purché vengano rispettate alcune regole importanti. Innanzitutto è bene scegliere un olio con punto di fumo elevato come quello extravergine di oliva o di arachidi. La frittura delle alici dovrebbe avvenire a temperature non troppo alte (inferiori ai 180°C) e, a cottura ultimata, andrebbero scolate con cura e riposte su un doppio strato di carta assorbente”.
Attenzione infine all’origine e al trattamento delle acciughe: mangiate crude possono trasmettere il parassita anisakis.