15 curiosità sul seme maschile

Uno studio condotto dall’Università di New York ha dimostrato come le donne aventi rapporti sessuali non protetti e dunque sottoposte ad eiaculazione diretta da parte del partner, risulterebbero meno depresse. Così come riportato dal NewScientist, lo sperma rilascerebbe nella vagina ormoni responsabili dell’umore, come il testosterone, ed altri estrogeni. Questi ormoni si ritrovavano nel sangue delle donne fino a molte ore dopo il rapporto sessuale. Ovviamente non si vuole certo invocare l’eliminazione di una giusta profilassi, ottenuta tramite l’uso del condom. Certo è che chi può, come ad esempio le donne in cerca di una gravidanza, avrà il privilegio di essere di buon umore!

Origine degli occhi blu: dalla ricerca scientifica una nuova spiegazione

Occhi Blu: Blue eyes,baby’s got blue eyes. Like a deep blue sea on a blue, blue day… Così cantava John Anderson nella celebre Blue eyes e non è certo l’unico cantante, artista, poeta, a rimanere incantato da una Musa dagli occhi celesti. Questo colore è legato connotativamente ad un’idea di purezza, innocenza: azzurro è il colore del cielo, degli occhi degli angeli nelle rappresentazioni pittoriche, della Venere iconografica, della donna angelicata dei poeti stilnovisti.

Ma esiste una spiegazione scientifica per gli occhi azzurri? Secondo una recente ricerca pubblicata sul Daily Mail e condotta da scienzati dell’Università di Copenhagen (dove avere gli occhi chiari non è certo una rarità), il colore azzurro degli occhi deriva da una mutazione genetica che risale a circa 10000 anni fa. Lo studio, pubblicato sul periodico Human Genetics, dimostra il verificarsi di una singola mutazione in un gene chiamato OCA2. La mutazione sarebbe avvenuta in una sola persona, abitante le coste del Mar Nero e avrebbe causato la cessazione di produzione del pigmento castano, modificandolo in blu.

Maschio o femmina? Dimmi come mangi e ti dirò di che sesso sarà tuo figlio

Un tempo si diceva alle future madri di mangiare carne rossa e cibi salati per avere un figlio maschio e verdure, pesce e dolci per avere una femmina. Ma avevano ragione le nostre nonne a darci questi consigli? Ha provato a risolvere il mistero una ricerca condotta in Sud-Africa dalla biologa Elissa Cameron dell’Università di Pretoria.

La dottoressa Cameron ha alterato i livelli di zucchero nel sangue di cavie da laboratorio durante il periodo precedente all’accoppiamento mediante la somministrazione di acqua contenente uno steroide in grado di inibire l’assorbimento di glucosio. Dal confronto tra la progenie di queste cavie con quella di cavie alle quali era stata somministrata acqua semplice è emerso che il maggior numero di nati femmine provenivano dagli esemplari che presentavano un livello più basso di zucchero nel sangue. I dati sembrerebbero quindi contraddire la vecchia saggezza popolare secondo la quale mangiare più dolci durante avrebbe portato di sicuro alla nascita di una bimba.

Inventato il casco che ringiovanisce il cervello

Gordon Dougal, della compagnia di ricerca Virulite ha inventato il casco che ringiovanisce le cellule cerebrali. Non si tratta tuttavia di un casco come quelli che si indossano per proteggere il capo dagli urti violenti quando si va in moto. Anzi gli studiosi inglesi che lo hanno messo a punto, testandolo prima su cavie di laboratorio, lo hanno definito elmetto “risana neuroni” infatti sembra che sia in grado, se indossato 10 minuti al giorno per 4 settimane, di riparare i neuroni danneggiati dai processi degenerativi come quelli che intervengono nelle demenze. In otto casi di demenza su 10 si è rivelato efficace.

La realizzazione di questo singolare strumento si basa su uno studio condotto presso l’ università di Sunderland in Inghilterra condotto per testare l’efficacia degli infrarossi nel migliorare la memoria dei topi. Secondo gli studiosi le onde luminose a bassa frequenza sarebbero in grado di stimolare la crescita dei neuroni e quindi limitare i sintomi di malattie neurodegenerative fortemente invalidanti come la Demenza di Alzheimer , per questo motivo la scoperta ha acceso la speranza dei malati di Alzheimer inglesi pur con la consapevolezza che la sperimentazione è solo all’inizio. E d’altra parte, come ammette lo stesso Dougal, tutto quello che si può fare adesso è rallentare i processi di decadimento neuronale.

La Red Bull ti mette le ali……e ci rimetti la testa!

Sono ormai diversi anni che ci si interroga sulla reale efficacia della Red Bull e di altri energy drink (sulle cui sostanze abbiamo indagato in modo approfondito anche in un altro articolo). I numerosi studi in campo scientifico hanno cercato di valutare possibili effetti dannosi per l’ organismo e la persona.,con risultati spesso controversi. La Red Bull viene prodotta in Austria ed esportata in moltissimi paesi ma rimane attualmente vietata in Danimarca, Norvegia e Francia e Canada. Perché? Che cosa c’è dietro (anzi ,dentro…) questa ormai diffusissima bevanda?
Nel 2001 tre persone muoiono in seguito ad un uso massivo di Red Bull e da quel momento in poi ci si è cominciati ad interrogare su questo drink, ma il fatto che sia realmente dannosa non ha mai trovato una prova definitiva e convincente. Analizziamo nel dettaglio i componenti per 100 g di prodotto:
26,30 g di zucchero (saccarosio e glucosio): è una percentuale altissima di zuccheri in quanto rappresenta ben il 30% sul totale. E’ scientificamente assodato che un’ eccessiva assunzione di zuccheri provoca un aumento della glicemia e di conseguenza dell’insulina. L’improvviso e brusco rialzo della Glicemia, conseguente all’ingestione di particolari alimenti o bevande, è una situazione di grave stress metabolico ed ormonale per l’intero organismo, perché il Pancreas dovrà secernere più Insulina per riportare la concentrazione del Glucosio entro la norma.

Mangiare sano per…diventare ricchi!

C’era una volta un povero contadino, che un giorno si disse:
“Ne ho abbastanza della mia povertà. Devo andare per il mondo e forse farò fortuna”…

Non sapeva il contadino protagonista di questa fiaba serba, che non vi racconterò, che stando all’ennesimo studio proveniente dagli Stati Uniti, avrebbe potuto restarsene a casa propria e diventare ugualmente ricco semplicemente mangiando in maniera più sana. Infatti sembra che mangiare sano faccia bene a tutto, ma proprio a tutto. Dopo aver appreso che le cattive abitudini alimentari sono alla base di moltissime forme tumorali e patologie oggi largamente diffuse come cardiopatie obesità e diabete adesso siamo davanti a una scoperta che avrebbe del sensazionale: un regime dietetico sano ed equilibrato fa bene anche al portafogli.

Un’alimentazione fondata sul giusto apporto di proteine, carboidrati, minerali e vitamine nei primi tre anni di vita favorirebbe lo sviluppo di adeguate capacità di apprendimento e quindi amplierebbe le possibilità di aspirare ad un lavoro migliore. Sarebbe questa la conclusione di uno studio iniziato in Guatemala fra il 1969 e il 1977 che ha coinvolto circa 1500 bambini di quattro villaggi differenti. I ricercatori guidati da John Hoddinott, dell’International Food Policy Research Institute (Ifpri) di Washington, avrebbero rilevato che i bambini guatemaltechi che durante i primi tre anni di vita erano stati nutriti con bevande arricchite di proteine e altre sostanze nutritive una volta divenuti adulti guadagnerebbero il 46% in più degli altri.

Siamo tutti un pò stupidi. Ma non è niente di preoccupante

”Due cose sono infinite: l’universo e la stupidita’ umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”. Albert Einstein

A tutti è capitato qualche volta nella vita di pensare che il nostro interlocutore del momento fosse un pò stupido. Ebbene adesso sappiamo che forse lui in quel momento pensava lo stesso di noi. La stupidità infatti è una caratteristica inconsapevole come affermava lo storico ed economista Carlo Cipolla, che ha definito la persona stupida come colui o colei che reca un danno ad altri senza ottenere da questo alcun vantaggio, anzi spesso subendo un danno essa stessa. Oltre ad essere inconsapevole la stupidità sarebbe recidiva, poichè porta a ripetere sempre gli stessi errori, e contagiosa.

La notizia è che in tutti noi, anche in coloro che si ritengono, o ancora meglio, sono ritenuti, normalmente intelligenti vi è un pizzico di stupidità che, lungi dall’essere un danno, almeno quando si presenta in maniera episodica, ha un’eccezionale valenza evolutiva. Compiere gesti che esulano dall’ordinario e che potrebbero anche solo per questo essere definiti stupidi (è il parere di Gianfranco Livraghi, autore de ‘Il potere della stupidità”) può infatti condurci a commettere errori che se riconosciuti e corretti possono rappresentare un passo verso l’acquisizione di nuove e maggiori conoscenze.

Erbe aromatiche e spezie. Le proprietà benefiche dei sapori più antichi

Le erbe aromatiche e le spezie un tempo erano molto utilizzate non solo per insaporire cibi ma anche ottenere tisane, decotti, infusi o impacchi lenitivi. Il loro grande utilizzo in ambito gastronomico era dovuto alla loro facile reperibilità, mentre lo stesso non si poteva dire per il sale che un tempo non era un alimento alla portata di tutti, e che oggi ha quasi del tutto sostituito l’uso di aromi e spezie in cucina. Quanto alla loro origine le erbe aromatiche sono ottenute da foglie, fiori, radici e stimmi di piante aromatiche tipiche dell’area mediterranea, mentre le spezie sono estratte da bacche e corteccia di piante quasi esclusivamente di origine tropicale importate nel nostro paese sin dall’antichità. Possono essere consumate fresche, essiccate o sotto forma di oli essenziali.

Le erbe e le spezie hanno un ruolo fondamentale in cucina grazie allo loro capacità di esaltare il sapore dei cibi ma esse hanno anche il pregio di arricchire le pietanze di vitamine e minerali e renderle più digeribili. Inoltre, opportunamente utilizzate, possono essere di grande aiuto nella cura di piccoli disturbi. Il basilico, diffusissimo nella cucina mediterranea, ha proprietà disinfiammanti e digestive, mentre le foglie di alloro possono essere usate per ottenenere un decotto dalle proprietà digestive utilissimo anche per combattere l’aerofagia. Dalle bacche di alloro è poi possibile estrarre un olio essenziale con proprietà cicatrizzanti.

Il meno noto dragoncello esercita un’azione tonificante e digestiva e stimola l’appetito. Anologhe proprietà digestive ha la salvia, utile per stimolare le funzioni dell’intestino, ha un effetto balsamico sull’apparato respiratorio. Il cardamomo è utile in caso di problemi digestivi e il cumino è indicato in caso di aerofagia, nausea e problemi digestivi, l’anice stellato ha proprietà diuretiche mentre la cannella possiede proprietà antibatteriche. Infine, la noce moscata ha proprietà antisettiche e trova impiego nelle infezioni intestinali e in caso di diarrea, l’olio che se ne ricava può essere usato nel trattamento dei reumatismi, tuttavia essa va usata con molta parsimonia perchè ad alte dosi può essere abortiva.

Spermatozoi dal midollo osseo femminile. Non avremo più bisogno degli uomini per avere bambini

Arriva dall’Inghilterra la singolare notizia pubblicata dal settimanale britannico New Scientist secondo la quale un’equipe di scienziati inglesi dell’università di Newcastle Upon Tyne, dopo essere riuscita a trasformare cellule staminali maschili estratte dal midollo osseo in spermatozoi, avrebbe trovato il modo di fare lo stesso con le cellule staminali provenienti dal midollo osseo femminile. A guidare l’equipe di studiosi è il professor Karim Nayernia, biologo di origine iraniana, che si dice convinto di poter ottenere le prime cellule spermatiche femminili entro due anni. Contestazioni etiche a parte, secondo gli studiosi la scoperta potrebbe rappresentare un’eccezionale arma contro l’infertilità.

Le implicazioni culturali e sociali di questa scoperta sono notevoli e bisogna ammettere che essa apre uno scenario a dir poco fantascientifico. Infatti se davvero fosse possibile ottenere spermatozoi dal midollo osseo femminile le donne in futuro potrebbero avere dei figli in maniera del tutto autonoma, senza il coinvolgimento di alcun partner maschile, grazie allo sperma estratto dalle proprie cellule che sarà usato per fecondare gli ovuli. E non è tutto: Karim Nayernia sostiene che anche le cellule del midollo maschile potranno essere convertite in ovuli, permettendo anche agli uomini di concepire (perlomeno dopo aver trovato un utero “in affitto”) ricorrendo esclusivamente a spermatozoi e cellule uovo autoprodotte.

Grattatevi pure! Il prurito è una necessità, e fa (anche) bene

Quante volte non abbiamo saputo resistere alla tentazione di grattarci? Mentre ci troviamo soli soletti a casa nostra o peggio, in pubblico veniamo assaliti da una sensazione sgradevole: il prurito e con lui dalla voglia irresistibile di grattarci, anche in parti del nostro corpo che non andrebbero grattate…soprattutto quando siamo in compagnia. Ebbene quando cediamo il prurito scompare lasciando il posto a una piacevole sensazione di sollievo, di appagamento, possiamo tornare a rilassarci. Ma perchè accade tutto questo?

Secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti grattarsi è un bisogno inderogabile in risposta allo stimolo del prurito perchè attiva la corteccia prefrontale, centro neurologico deputato al compimento degli atti compulsivi (quelli cioè che non possiamo fare a meno di compiere), disattivando allo stesso tempo le aree cerebrali coinvolte nella percezione delle sensazioni spiacevoli. Questo meccanismo neurale sarebbe quindi alla base del potere mostrato dall’atto del grattarsi di spazzare via dal cervello le ’emozioni negative’.
Ma da cosa nasce il prurito e di conseguenza il bisogno di grattarsi?

Il prurito è causato da una stimolazione dei recettori nervosi sparsi sulla cute e può costituire una reazione a stimoli esterni (prurito esogeno) o interni (prurito endogeno). Fra le cause del prurito esogeno troviamo eczemi, dermatite seborroica, psoriasi, allergie, reazioni da farmaci, orticaria, micosi, punture di insetti, eritema solare. Sono cause del prurito endogeno prurito senile, malattie epatiche, diabete, malattie della tiroide, gravidanza, parassiti intestinali. Altre volte il prurito è legato a problemi circolatori e neurologici o a fattori psicogeni. Il prurito quindi può rappresentare un segnale che ci indica la possibile presenza di una patologia specifica.