La notizia non era in prima pagina e neppure in grande evidenza. Anche se il Chicago Daily News aveva un numero infinito di pagine, aveva l’abitudine di sfogliarlo tutto, prima di immergersi nelle tante attività quotidiane. Ancora oggi, a 71 anni suonati, il dottor Luisada aveva una giornata piena di impegni e poco era il tempo che poteva dedicare a qualsiasi tipo di svago. La ricerca, l’insegnamento, lo studio, la società che aveva fondato dedicandola a Teophile Laennec assorbivano quasi tutto il suo tempo. L’articolo non era da trascurare, anche perché capace di evocare un passato lontano, che riaffiorava ogni tanto, ad ondate dolorose, che toccavano l’animo sensibile dell’anziano cardiologo.
Si trattava di uno scandalo, di come nell’Alabama, nel pieno centro rurale di Tuskegee, centinaia di braccianti negri erano stati arruolati in uno studio osservazionale sulla sifilide terziaria e per anni non erano stati curati, nonostante le scoperte in campo terapeutico, per vedere fino in fondo, quali fossero i terribili effetti della malattia.
Era un atto di razzismo sconvolgente, soprattutto nella democraticissima America, che proprio contro la persecuzione razziale aveva occupato lo scranno più alto del tribunale di Norimberga. Luisada sedette alla scrivania, scuotendo la testa. Rapidamente, come in un documentario fatto scorrere ad alta velocità, tornarono alla sua mente immagini, parole, ricordi. Rivide la sua Firenze, la città dove era nato. Rivisse gli scontri con il Professor Lunedei in Clinica Medica, lui giovane medico ebreo appassionato di cardiologia e di ricerca, volto al progresso ed al modernismo, l’altro conservatore, accentratore, scettico su ogni novità.